“Grazie Vittoria“. In un italiano apprezzabile, a conferma della sintonia raggiunta col pubblico che ha amato il suo concerto, Kurt Rosenwinkel si è congedato, ieri sera, dopo un applauditissimo bis, frutto di un assolo alla chitarra, dalla “piazza” del Vittoria Jazz Festival, rimasta straordinariamente in silenzio, perché colpita dalla sua classe e dalla tecnica sopraffina.
Il chitarrista di Philadelphia è uno dei più grandi della sua generazione. Un’identità marcatamente d’oltreoceano la sua, con reminiscenze sonore che portano ad un altro artista molto amato: Pat Metheny. E il pubblico attento di piazza Henriquez è riuscito a sintonizzarsi sulle onde del jazz, esplodendo in un fragoroso applauso finale rivolto al gruppo americano composto, oltre che da Rosenwinkel alla chitarra, anche da Aaron Parks, sublime al piano, e amabilissimi anche Orlando Le Fleming al basso, e Allan Mednard alla batteria.
La serata è poi proseguita all’interno del Castello Henriquez, dove è tornata, per libere improvvisazioni, la “guitar” di Andrea Gomellini e il suo “quartet”, applaudito venerdì del Jazz Club, in via Cavour.