Una scelta obbligata. Il dirigente del settore edilizia privata di Palazzo dell’Aquila ha approvato la richiesta per la concessione edilizia relativa a nuove trivellazioni, per il momento in fase esplorativa, presentata dalla società Irminio.
Lo ha fatto entro i termini stabiliti dall’ordinanza del Tar che, anche sulla base delle affermazioni dell’Avvocatura dello Stato, confermava che la Soprintendenza non avrebbe fornito ulteriori indicazioni in merito al proprio parere positivo. Un parere che ha creato assai perplessità in Comune e che è stato impugnato da Legambiente.
Il dirigente, quindi, trattandosi di mero atto tecnico, sulla base dei pareri positivi del Genio Civile, della soprintendenza, del Corpo Forestale, ed essendoci la valutazione d’impatto ambientale, non ha potuto fare altro che concedere il titolo autorizzativo. Tra l’altro il comma 8 della legge regionale 14 del 2000 prevede che “Non sono soggetti ad alcun provvedimento autorizzatorio, nulla osta, assenso comunque denominato, le opere temporanee per attività di prospezione e di ricerca, sia in superficie che nel sottosuolo, eseguite in aree esterne al centro edificato”.
In questo caso si tratta comunque di opere provvisorie, ma vista la particolarità degli interventi è stato ritenuto necessario comunque il rilascio di un titolo abilitativo. Con una serie di prescrizioni volte a salvaguardare i luoghi, quindi, è arrivato il “sì” obbligato. Si scontra, dunque, la ferma volontà dell’amministrazione di avviare un nuovo sviluppo del territorio con le norme che nei fatti espropriano gli enti locali di qualunque potestà in merito.
Le trivelle a Ragusa, nei fatti, sono state approvate a Palermo e – se si vuole – anche da Roma, con lo Sblocca Italia. Prova ne è la recente bocciatura al Tar del ricorso presentato anche dal Comune di Ragusa contro le trivellazioni in mare. Per tentare di salvare il salvabile, nella nuova formulazione dell’articolo 48 delle Norme tecniche di attuazione del Prg è inserita una clausola che vieta, in maniera esplicita, le perforazioni. “I Comuni – afferma il sindaco, Federico Piccitto – sono stati completamente esautorati del loro ruolo di difensori del territorio. Su questa tematica, in modo particolare, le competenze sono della Regione e della Soprintendenza, che sono preposti al controllo e all’autorizzazione vera. Al Comune viene lasciata solo l’incombenza sugli aspetti meramente edilizi”.
Piccitto conferma la linea del “sì” a un nuovo modello di sviluppo che passa dall’utilizzo di energie alternative. “Come scelta politica – spiega – siamo intervenuti sull’articolo 48. Questa situazione ci dimostra ulteriormente di come l’articolo 48 delle norme tecniche di attuazione del Piano regolatore vada modificato. Allo stato attuale, infatti, non avevamo gli strumenti tecnici per potere intervenire diversamente”.
Una risposta netta a chi lamenta il fatto che il parere sia stato dato solo dopo le elezioni amministrative che interessavano altri comuni dell’Isola. “Le scadenze le ha imposte il Tar, non abbiamo stabilito noi quando scadeva il termine. Gli uffici avevano chiesto una serie ulteriori di garanzie e chiarimenti, ma il Tar ha risposto che non sarebbero arrivate. E così, entro la data stabilita, il dirigente ha concluso il procedimento”.