La terza Corte d’appello di Catania, presieduta da Luigi Russo, accogliendo la richiesta del Pg Francesco Chillemi, ha confermato la condanna a 16 anni e otto mesi di reclusione al bidello Salvatore Lo Presti che, a pochi giorni dalla pensione, uccise a colpi di pistola la professoressa di religione, Giovanna Nobile, 53 anni.
L’omicidio avvenne il 15 giugno 2013 nella scuola ‘Francesco Pappalardo’ di Vittoria. In primo grado, il 28 ottobre del 2014, il Gup di Ragusa gli ha concesso l’attenuante della semi infermità mentale all’imputato, riconoscendo una provvisionale di 1,2 milioni di euro alle parti civili, i familiari della vittima, assistite dall’avvocato Daniele Scrofani.
A pochi giorni dalla pensione l’uomo le sparò cinque colpi di pistola, centrandola due volte: un proiettile le lacerò il fegato rendendo inutile un’intervento chirurgico d’urgenza. Lo Presti fu arrestato dalla polizia di Stato che sequestrò la pistola usata per il delitto, una calibro 7,65. La tragedia avvenne davanti gli occhi sgomenti e atterriti di colleghi dell’insegnante e dell’uomo, che aveva in mente altri ‘obiettivi’, e creato momenti di panico.
Giovanna Nobile, sposata, madre di due figli, e da un mese anche nonna, si recò a scuola per lavorare: entrò in segreteria e a quel punto la raggiunse il bidello che estrasse la pistola e le sparò. A fermare quella che poteva essere una strage fu un suo collega Salvatore Gallo, 56 anni, che lo afferrò per le braccia e lo bloccò in attesa dell’arrivo della polizia.
(Fonte: ANSA)