Giro di vite dei Carabinieri nei confronti dei soggetti dediti allo spaccio di sostanze di stupefacenti nel comune di Comiso dove, con l’ausilio anche di unità cinofile, sono state eseguite tutta una serie di perquisizioni nei confronti di soggetti noti per essere dediti allo spaccio al dettaglio di stupefacenti. Nel corso di una di queste perquisizioni, eseguita nei confronti di B.G., incensurato, nascosti nel vano porta oggetti del suo ciclomotore, vicino al serbatoio della benzina, sono stati trovati 2 panetti di hashish, già pronti per essere smerciati e immessi sul mercato. Il giovane pensava che l’odore della benzina riuscisse a sviare il fiuto del cane antidroga “Dik” del Centro cinofili di Catania ma lo stratagemma però non è bastato a trarre in inganno l’animale che ha immediatamente fiutato la sostanza allertando i militari del Nucleo Investigativo che, in poco tempo, hanno trovato la sostanza proprio dove era stata segnalata la presenza.
Dallo stupefacente, del peso complessivo di 150 grammi, sarebbe stato possibile ricavare oltre 400 dosi che, se rivendute, avrebbero potuto fruttare circa 5.000 euro. E’ scattato, quindi, l’arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e, dopo le formalità di rito, su disposizione del sostituto Procuratore della Repubblica di Ragusa, Alessia La Placa, è stato associato presso la sua abitazione in regime di arresti domiciliari. Le indagini adesso proseguiranno per individuare la provenienza dello stupefacente e per cercare di capire se il giovane fosse un pusher che rivendeva al dettaglio, ossia direttamente ai consumatori finali o se, a sua volta, visto anche il notevole quantitativo rinvenuto, se lo stesso rivendesse lo stupefacente ad altri spacciatori.
Fondamentali saranno anche le analisi di laboratorio, finalizzate ad accertare la quantità di principio attivo contenuto nei panetti sequestrati e, inoltre, se gli stessi presentino le stesse caratteristiche di altro hashish rinvenuto e sequestrato a Comiso e nei paesi limitrofi negli ultimi mesi, in occasione dell’arresto di altri spacciatori. Se, infatti, dalle analisi risulterà che lo stupefacente sequestrato negli ultimi tempi presenta sempre le stesse caratteristiche, sarà possibile ipotizzare l’esistenza di un’unica fonte di approvvigionamento.