Alla fine si è riusciti ad ottenere la proroga di un mese, ma tra 4 settimane per i fratelli Calvo l’incubo dell’ufficiale giudiziario che bussa alla porta sarà di nuovo realtà.
La storia dei sig. Calvo sarebbe iniziata molti anni fa, con un prestito di circa dieci milioni delle vecchie lire. Il resto della storia è simile a quello di tanti altri che si sono visti mettere all’asta la casa e l’azienda di famiglia. Le rate che non si riesce a pagare, il tentativo di trovare una soluzione che non va a buon fine, lo sfratto.
Questa mattina sul posto, in c.da Cinque Vie, tra San Giacomo e Modica, oltre all’ufficiale giudiziario, sono arrivati Polizia e Carabinieri, ma anche i Forconi e un sacerdote di Modica che ha cercato di aiutare la coppia, fratello e sorella. Alla fine, come detto, la proroga è stata concessa, seppure di un mese appena.
Questo uno stralcio del comunicato a firma del referente del comitato No Aste e dei Forconi a Ragusa, Marcello Guastella.
Ci troviamo di fronte ad un caso limite. I Calvo sono un tutt’uno con la propria azienda, non riusciamo a pensare ad un’altra destinazione, vivono una realtà che non ha nessun contatto con il mondo della globalizzazione e della speculazione finanziaria, ogni cosa è pensata nel loro mondo funzionale e strumentale al mantenimento di un equilibrio tra natura e vita, ed il lavoro è pensato come rispetto della stessa natura. Mai potevano pensare che il frutto del loro lavoro non potesse garantire la propria azienda e sussistenza, ed in questo caso hanno conosciuto il lato duro ed inflessibile della legge.
Proprio per questo eravamo lì, in c.da 5 vie, per guardare come opera il volto duro della legge, ed abbiamo constatato che il manovratore non vuole essere disturbato, è in atto un banchetto dove nessuno vuole lasciare il posto. Appartamenti e aziende sono giornalmente svenduti all’asta e tanti sono pronti ad approfittarne.