Strada che attraversa cinque province meridionali della Sicilia, la statale 115, denominata “Sud occidentale Sicula”, è ora al centro delle attenzioni della la deputata M5S all’Ars Vanessa Ferreri, vittoriese di nascita e cittadina acatese, che ha appena presentato un esposto alla Procura della Repubblica, presso il tribunale di Ragusa.
Queste le motivazioni elencate nel comunicato diramato alla stampa dal Gruppo Parlamentare M5Stelle all’Ars:
La Statale che attraversa le 5 province della costa meridionale della Sicilia, Trapani, Agrigento, Caltanissetta, Ragusa, Siracusa, con i suoi 383 chilometri rappresenta una tra le più lunghe ed importanti arterie dell’isola. “Eppure”, afferma la parlamentare Ferreri: “a causa dei mancati interventi per la messa in sicurezza, ci troviamo a precorrere un’arteria con un manto stradale quasi distrutto, lunghi tratti senza guardrail e senza protezioni; e nessun intervento per evitare che il fango invada la carreggiata durante i periodi di piogge. Stiamo parlando di una statale che lamenta, inoltre, numerose curve pericolosissime”.
“Una pericolosità nota da tempo”, continua Ferreri: “basti pensare che si contano più di 4 mila atti parlamentari che riguardano la messa in sicurezza della statale 115, a partire dall’VIII legislatura (il primo atto risale al 1980)”. Negli ultimi mesi, l’insistente pioggia ha reso la strada un vero e proprio bollettino di incidenti e morte. Si sono verificati una serie di tragici incidenti, in media due al mese, dove hanno perso la vita 6 giovani per cause in corso di accertamento.
A parere degli addetti ai lavori, molti degli incidenti avvenuti si sarebbero potuti evitare se ci fosse stata una strada ben realizzata, con asfalto drenante, priva di inutili curve pericolose, con canali di scolo per l’acqua piovana. “Innegabile come gran parte degli incidenti mortali, nonché dei numerosissimi incidenti che, seppur non mortali, hanno provocato gravi lesioni fisiche, si sarebbero potuti evitare se la strada statale 115 fosse stata oggetto di una corretta manutenzione stradale e di una scrupolosa messa in sicurezza da parte dell’ente a ciò preposto, l’Anas per l’appunto.
Attendiamo ora che la legge faccia il proprio corso, se ci sono persone che hanno delle responsabilità è giusto che paghino ma, soprattutto, è arrivato il momento che l’Anas intervenga sul tratto di strada in questione, già ribattezzata la strada della morte”.