A restarci male sarà stato innanzitutto il Pd. E non solo perché aveva già organizzato tutto per le primarie del 1 maggio – pagando il prezzo di far riemergere per l’ennesima volta tutte le proprie contraddizioni – ma anche perché insieme agli altri, più degli altri, si vede spazzare via un’intera – attuale e potenziale – classe dirigente: la legge è chiara, nessuno di coloro che ha ricoperto un incarico istituzionale si potrà ricandidare per i prossimi sei o sette anni.
Così il provvedimento che per mesi ha tenuto in sospeso la città di Scicli ed è infine arrivato con la deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Interno Angelino Alfano alla luce dell’esito del fascicolo inoltrato dal Prefetto di Ragusa, “congela” la politica sciclitana e probabilmente congelerà anche il resto.
Nello scarno comunicato emanato dal Consiglio dei Ministri si legge:
Su proposta del Ministro dell’Interno Angelino Alfano ed in considerazione della necessità di provvedere al risanamento delle istituzioni locali, dove sono state riscontrate forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata, il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Scicli (Ragusa). Ha partecipato all’esame della questione il Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, invitato a norma di Statuto.
Bisogna intanto avere chiaro cosa succederà adesso, anche se è una storia che Scicli conosce bene, dopo il primo scioglimento per mafia nei primi anni ’90. Per un periodo variabile da 12 a 18 mesi, prorogabili fino a 24, il Comune sarà retto da una commissione straordinaria composta da tre membri scelti tra funzionari dello Stato, in servizio o in quiescenza, e tra magistrati della giurisdizione ordinaria o amministrativa.
Saranno poi disposte, con decreto prefettizio, le incandidabilità degli uscenti coinvolti, per un turno elettorale. Il Viminale per chiedere la declaratoria dell’incandidabilità degli ex amministratori trasmetterà al Tribunale il decreto di scioglimento del Comune, la relazione e la proposta di scioglimento che la Prefettura aveva formalizzato. L’incandidabilità opera, appunto, per un turno elettorale, per cui con lo scioglimento del Comune, che in genere determina un periodo commissariale di un biennio, la carriera politica degli “incandidabili” viene stoppata per sette anni.
“Ovviamente a questo punto, a malincuore, proporrò di annullare le Primarie”, ha commentato subito il segretario del Pd di Scicli, nonché candidato alle stesse primarie, Armando Cannata, mentre il suo punto di riferimento politico, la senatrice Venerina Padua, ha dichiarato: “Offro la mia piena disponibilità, da cittadina e da senatrice della Repubblica, perché Scicli abbia la possibilità concreta del riscatto e della rinascita. Il turbamento che attraversa il nostro pensare diventi fonte di vita nuova per ciascuno che vive o dimora o lavora a Scicli e per l’intero magnifico territorio da cui è costituita questa che è una tra le più belle città del mondo. Invito tutti, cittadini ed istituzioni sociali e associazioni, a riprendere un cammino interrotto e turbato. Non mi sottrarrò alle domande ed alle possibili iniziative culturali, prima ancora che politiche, economiche e sociali per risanare il “male” che ci ha attraversati e rendere sana la vita personale e collettiva”.
Più asciutto e prudente il commento del deputato nazionale Nino Minardo: ” La scelta del Ministero dell’Interno è mirata a ridare un futuro alla città di Scicli per troppo tempo bistrattata da fatti che hanno umiliato la collettività. Una scelta dolorosa ma inevitabile, è un fatto di straordinaria portata e gravità. La città di Scicli merita rispetto, era necessaria una svolta politica radicale per chiudere una stagione di discredito delle istituzioni democratiche e di delegittimazione della politica. Ora gli sciclitani hanno l’occasione del riscatto e della rinascita lasciandosi alle spalle questa triste stagione”.
“Oggi il tribunale per me più importante, quello della mia coscienza”, commenta l’ormai ex presidente del Consiglio comunale di Scicli Guglielmo Ferro: “mi fa sentire su un livello di grande superiorità morale rispetto a chi, in questo momento, per meschino calcolo personale, gioisce del fango irrimediabilmente piovuto sull’intera Città. Pur nel profondo sconforto di questo momento, spero ed auguro alla mia amata Città ed ai nostri ragazzi che in questa terrà hanno il diritto di vivere e realizzarsi senza bisogno di dover fuggire, che questa sciagura non abbia conseguenze irrecuperabili”.
Sulla politica sciclitana insomma scende il sipario: si va, per almeno un anno e mezzo, in manutenzione straordinaria. Dopo si vedrà chi sarà rimasto, chi si potrà ricandidare, chi semplicemente non lo farà del tutto. Ma soprattutto si vedrà se e da dove questa città, così martoriata nell’ultimo anno della sua difficile storia, potrà trovare il modo di ricominciare.