A Vittoria gli atti vandalici sono all’ordine del giorno e non fanno più neanche notizia. E’ una realtà sconcertante, fatta di violenza e rassegnazione, quella che emerge dalle cronache quotidiane della città ipparina. Le forze dell’ordine fanno quello che possono, ma monitorare tutto il territorio, costantemente, è impossibile.
Solo una decina di giorni fa l’assessore alle manutenzioni, Filippo Cavallo, aveva fatto sapere che qualcuno aveva imbrattato una delle tre nuove bambinopoli realizzate a Vittoria e Scoglitti, e cioè quella di Piazza San Giovanni Bosco. Ma in realtà questi fatti, non degni di una società civile, non vengono più nemmeno resi noti perché ogni mattina si dovrebbe stilare una sorta di bollettino di guerra delle 24 ore precedenti.
La splendida Piazza Henriquez, ristrutturata da qualche anno, può essere considerata il volto di questo scempio. Qui i vandali hanno dato il meglio di sé, danneggiando l’area dell’ex centrale elettrica dentro e fuori. Negli anni, in un continuum deplorevole, sono stati frantumati vetri (poi lasciati sul posto o gettati nella vallata sulla quale la piazza si affaccia) devastate le ringhiere e la suggestiva illuminazione a terra. Prima che venissero inserite le grate nella Sala Carfì e nella Sala Mazzone, ignoti erano soliti entrare e lasciarsi dietro una scia di distruzione.
Sono state rubate le grondaie in rame ed è stata danneggiata la copertura in vetro che collega le due sale. Le tegole della copertura sono finite nella vallate decine di volte, gli scalini di marmo sono stati divelti e i muri sono stati imbrattati con vernice spray. In autunno è stato rubato uno dei fari sistemati nel giugno scorso in occasione del Vittoria Jazz Festival e l’opera è stata completata una paio di settimane fa, quando è stato portato via anche il secondo. Stanotte hanno perfino scippato la copertura in ghisa di un tombino per i cavi elettrici, lasciandoli scoperti, e ieri pomeriggio, alla villa comunale, è stato distrutto uno dei giochi.
È una situazione assurda. Il Comune, con i tempi propri della macchina amministrativa e i noti limiti economici, ripulisce e sistema, ma poco dopo si torna al punto di partenza. Alcune telecamere di videosorveglianza sono state distrutte o rubate e quelle che sono rimaste non è dato sapere se siano in funzione.
Le segnalazioni e le denunce si susseguono, ma la stanchezza e la frustrazione sono forti. In questo delirio collettivo non vengono risparmiate neanche le scuole, all’interno e all’esterno. Vetri distrutti con le sassaiole, estintori scaricati nei corridoi, succede davvero di tutto.
Verrebbe quasi da lanciare un’amara provocazione: lasciate stare tutto. Non togliete più la vernice quando imbrattano, non riparate più nulla, lasciate agire indisturbati questi giovinastri con molto tempo libero e in cerca di emozioni forti. Lasciate che i mesi passino, e poi gli anni. Lasciate che la città cada in uno stato di abbandono assoluto. Devono viverci le persone oneste ed intelligenti, è vero, ma devono viverci anche loro, che nel frattempo (forse) cresceranno. E in quelle scuole dovranno andarci anche i loro figli, che non avranno nemmeno bambinopoli a disposizione. Lasciateli nella loro ignoranza, dategliela vinta. Erediteranno un paese degno di loro e forse, guardandosi allo specchio, scopriranno quel sentimento che quasi nessuno prova più: la vergogna.