La corrente Dipasquale dà la scossa al terzo circolo del PD: in tre lasciano la segreteria

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Se a Roma il PD piange, diviso com’è tra renziani e antirenziani, a Ragusa (e in Sicilia) non ride.
Altre tre defezioni nella segreteria del terzo circolo del Pd “Rinascita democratica”. Una serie di dimissioni che mostrano un profondo malessere nel circolo che ha di recente accolto gli esponenti vicini all’ex sindaco Nello Dipasquale. A chiudere l’esperienza con la segreteria di Tony Francone sono Carmelo Anzaldo, Carmelo Boncoraglio e Vito D’Angelo.

Spiegano i motivi in una lunga lettera in cui si parla di mancanza di “condizioni minime necessarie per poter contribuire a che il circolo da noi fondato possa essere fedele alle sue promesse e alle sue idee costituenti legate alla creazione di uno spazio libero da appartenenze a correnti e da prevaricazioni personalistiche, in cui ogni iscritto potesse sentirsi semplicemente un democratico in una comunità di persone capaci di un confronto politico libero e rispettoso delle diversità di ognuno. Il segretario non è stato capace di custodire e valorizzare le risorse e le diversità umane, culturali e politiche presenti nella segreteria, nel coordinamento e nel circolo, rendendo il confronto interno difficile e sterile”.
La nota prosegue: “In un anno di segreteria Francone la proposta politica del circolo è stata sostanzialmente assente nel dibattito politico della città e assolutamente inutile a orientare l’azione amministrazione dei consiglieri comunali, come testimonia il fatto che in un anno nessun documento ufficiale a firma della segreteria è stato prodotto”.

Ma è nella chiosa finale il fulcro del malessere dei tre, condiviso già da altri esponenti, e che potrebbe rivelarsi una falla assai grave nel gruppo. “Il segretario non è stato capace di gestore con equilibrio l’ingresso di nuovi iscritti al circolo, creando le condizioni perché questi ultimi anziché essere accolti come nuove risorse… venissero invece utilizzati come strumenti per trasformare e caratterizzare il circolo come corrente di partito a servizio di una parte”.

L’ingresso, come detto, degli esponenti dell’area Dipasquale, da Mario Chiavola – già Alleanza nazionale, poi Pdl, un passaggio in Territorio e ora Pd – a Vito Frisina, che lasciò la sinistra per seguire Dipasquale, non è stato ben digerito. Non solo una questione di appartenenza precedente, ma di collocazione attuale. Tutto il gruppo, così come Nello Dipasquale, è di professata fede renziana. Un punto che rompe gli equilibri interni, rafforzando la posizione di Mario D’Asta, che renziano lo è sin dalla prima ora. Ma il terzo circolo era nato come indipendente, non come un gruppo ultras dell’attuale presidente del consiglio.

L’assenza di Giorgio Massari, consigliere comunale, all’ultima conferenza stampa (c’erano Mario D’Asta e gli ex Territorio Chiavola, Frisina e Cilia), aveva già fatto pensare a una spaccatura che continua ora come un’emorragia nel terzo circolo. Posizioni distanti, dunque, che coinvolgerebbero anche altri esponenti che avevano aderito con entusiasmo al terzo circolo. Dipasquale aveva assicurato di non volere alterare gli equilibri del partito nel quale faceva ingresso con non poche resistenze da parte di chi, per anni, lo ha criticato nell’operato di primo cittadino. Ma è vero che un nutrito gruppo di nuovi iscritti scompagina le carte e gli intenti iniziali.

L’asse dei due Mario (D’Asta e Chiavola), in linea con la nuova politica targata Leopolda, appare sempre più stretto, convincendo altri esponenti del partito a prendere le distanze. È in questo contesto che, accusano i dimissionari, il segretario Francone non è riuscito a essere garante dello spirito originario del terzo circolo.