12 Comuni per una voce sola, a Ragusa: “Non vogliamo fare gli esattori dello Stato”

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Una serie di sit-in per informare i cittadini sulle crescenti e drammatiche difficoltà degli enti locali che, in fase di predisposizione del Bilancio preventivo 2015, si ritrovano a fare i conti con i tagli imposti dalla Regione e dallo Stato.

I dodici Comuni del Ragusano sono compatti nella protesta che, ancora sul solco dell’azione istituzionale, potrebbe presto sfociare in atti ancora più eclatanti.

IMG_7801Si definiscono gli esattori dello Stato,  killer di una politica demagogica che, invece di fare con chiarezza il punto della situazione, mistifica i fatti con una strategia populistica che parla di lotta agli sprechi, indicando nei Comuni un serbatoio di risorse dal quale attingere.

Il messaggio di sconforto, solitudine e preoccupazione è stato lanciato nella mattinata di martedì 7 aprile, da Palazzo dell’Aquila a Ragusa. I rappresentanti degli enti locali, compreso il Comune di Licodia Eubea coinvolto come futuro partner del Libero consorzio di Comuni di Ragusa, hanno svestito ogni appartenenza politica per ritrovarsi uniti a fianco dei cittadini: “Sono loro le reali vittime“, è stato sottolineato nel corso dell’incontro con la stampa: “di un’azione scellerata decisa dai Governi intermedi e da quello centrale, che sposta sui Comuni tutte le responsabilità di 20 anni di politica malata, che ha sperperato ogni risorsa economica e che adesso impone rigidi tagli orizzontali”.

Ammontano a 50 milioni di euro, secondo il sindaco Piccitto, i tagli ai trasferimenti nei confronti dei Comuni del Sud Est. Una condizione che mette in ginocchio i sindaci, costretti per chiudere i bilanci a tagliare i servizi essenziali oppure ad aumentare le tasse.

La protesta prevede 6 tappe in luoghi significativi del territorio ibleo. Si parte, domani, mercoledì 8 aprile alle 10.00 dall’aeroporto di Comiso, per poi spostarsi giovedì 9, di mattina, all’istituto scolastico “Mariele Ventre” di Ragusa, venerdì alle 11.00 al Porto di Pozzallo, sabato 11 alla Casa di Montalbano a Punta Secca, lunedì 13 al Centro Anziani di Vittoria e si finirà martedì alle 10.00 in piazza Duomo a Chiaramonte Gulfi.

Luoghi simbolo nei quali i primi cittadini, affiancati dai presidenti dei Consigli e dai consiglieri dei Comuni iblei, tratteranno diverse aspetti della sempre più difficile gestione delle risorse economiche. “Nessuna strumentalizzazione politica”, convergono i rappresentanti delle città ragusane: “bensì un’opera di informazione rivolta alla comunità ed una protesta verso la Regione e lo Stato, enti coi quali è impossibile avere interlocuzioni. Un silenzio che pesa sulle nostre spalle e sul futuro delle città che rappresentiamo. Non possiamo accettare la logica di ‘scaricabarile‘ che si è innescata a livello nazionale, né tacere sulla drammaticità dei tagli”.

La protesta si inserisce ovviamente nelle iniziative Anci Sicilia, che dopo i Consigli comunali aperti, prevede un ulteriore momento di confronto unitario dei 390 Comuni siciliani in rivolta, il prossimo 21 aprile.