“Prima che sia qualcun altro a dare la notizia, alla mia città preferisco dirlo io: la Procura mi indaga per abuso d‘ufficio e falso ideologico”.
Il caso è del tutto insolito e forse privo di precedenti: il sindaco di Ispica Piero Rustico, non tanto per mettere le mani avanti quanto – dal suo punto di vista – per manifestare la serenità con cui affronta la questione, ha annunciato d’essere sul punto di ricevere un avviso di conclusione indagini prima ancora che lo annunciasse la Guardia di Finanza che ha fatto i controlli sugli atti pubblici riguardanti prevalentemente i bilanci del Comune.
“Conosco i documenti acquisiti in questi mesi” spiega Rustico: “quindi sono anche certo dell’insussistenza dei fatti che potrebbero costituire reato”. La vicenda è ancora più anomala se si pensa che lunedì, pare, i finanzieri sono effettivamente andati a notificare l’atto al sindaco, ma un errore di forma nell’indicazione dei dati anagrafici li avrebbe costretti a rinviare la formalità.
L’indagine sembra esplodere sul Comune di Ispica come una bomba a orologeria. E di certo influirà sulla campagna elettorale già nel vivo, dato che tra due mesi esatti scade il mandato di Rustico.
Il primo cittadino peraltro è l’unico politico coinvolto nell’indagine, che pare vede coinvolte altre 11 persone tra dirigenti finanziari e revisori dei conti che si sono susseguiti in questi anni.
“Per quanto riguarda le ipotesi di abuso d’ufficio”, si affretta a precisare Rustico: “sono certamente insussistenti per il semplicissimo fatto che manca del tutto uno degli elementi fondamentali del reato stesso, che può commettere solo il pubblico ufficiale che intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto. Per quanto riguarda le presunte falsità del bilancio, mi limito solo a dire che il bilancio di un Comune non è un atto formato dal sindaco, ma viene approvato dai consiglieri comunali.
Per quanto attiene alla falsità ideologica ipotizzata in ordine alla richiesta dei fondi di cui al decreto-legge 35/2013, non solo rivendico la piena legittimità del mio operato, ma sfido chiunque a censurare il mio agire, finalizzato esclusivamente a tutelare i fornitori del Comune, per quanto loro dovuto”.
[ Fonte: La Sicilia ]