Strano ma vero: “Dallo stomaco dei pazienti ho estratto di tutto: monete, chiodi e batterie”

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Sulla Settimana Enigmistica in edicola, a pagina 39 nella rubrica “Strano ma vero” la curiosità numero 29605 recita così: “A Modica un 64enne che accusava forti dolori addominali è stato sottoposto ad un intervento chirurgico, durato 8 ore, nel quale gli sono state estratte 170 monete: le aveva ingerite nell’arco di 10 anni”.

settimana_enigmistica_30mar15 Lo strano ma vero riguarda un fatto di cronaca piuttosto datato, di fine Anni ’90, che è stato ripreso solo ora dal popolare giornale enigmistico. Un episodio che allora fece scalpore e che ci ha portati all’ospedale Maggiore di Modica dove allora fu salvata la vita al paziente dal dottor Salvatore Saraniti, oggi primario del Reparto di Endoscopia digestiva, che insieme ad altri due colleghi eseguì la bellezza di 150 endoscopie in 8 ore sul paziente per rimuovere tutti i corpi estranei presenti nella cavità addominali: “Effettivamente ricordo ancora bene quella giornata. Alle 8 del mattino ci portarono il paziente che aveva forti dolori addominali. Dai primi esami riscontrammo la presenza di una grande massa scura che non riuscivamo ad identificare. Quindi, da esami più accurati, riuscimmo a distinguere centinaia di monete ed altri oggetti. Con una equipe di tre medici più gli anestesisti eseguii le endoscopie fino al pomeriggio. In tutto quel lasso di tempo riuscimmo ad estrarre quasi 200 monete ma anche due molle belle grandi ed un cinturino di orologio. Insomma l’uomo ingoiava qualsiasi cosa in ferro”.

Ai limiti del paradossale la motivazione che poi raccontò ai medici una volta ripresosi dall’anestesia: “Al paziente era stata diagnosticata una forte anemia. Per curarla i medici gli avevano consigliato di assumere tanto ferro. Purtroppo li prese alla lettera e incominciò a mangiare monete e quant’altro fosse ferroso”. Sembra uno di quegli aneddoti, appunto, da Settimana Enigmistica ma è invece la realtà: “Fortunatamente siamo riusciti ad intervenire in tempo“, ammette il dottore: “e solo grazie al nostro lavoro di equipe è stato possibile salvargli la vita”.

Dopo tanti anni passati in corsia, il dottore Saraniti ne ha viste davvero di “tutte le forme”, al punto da allestire per un certo periodo nella sala d’aspetto del reparto c’era una bacheca con gli oggetti più curiosi estratti dai pazienti. “Un sacco di monete, ma anche pomelli, chiodi, batterie, spazzolini e stecchini. Una volta anche un piccolo sassofono… proprio vero, siamo gente dallo stomaco forte!”.