“Siamo qui per chiedere scusa. A tutta la comunità di Santa Croce Camerina. E in particolare alla famiglia Stival. Quello di oggi è un momento di consapevole vergogna della categoria per le cose che certi giornalisti hanno fatto”. Il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino è venuto a Santa Croce Camerina per condividere con i colleghi siciliani una schietta, dura in certi passaggi, discussione e riflessione sul caso dell’omicidio del piccolo Loris e sul modo in cui è stato rappresentato dai media locali, regionali, nazionali, spesso in spregio dei più elementari principi deontologici.
L’occasione dell’Assemblea dell’Ordine e del seminario “Minori e informazione dopo il caso Loris. La Carta di Treviso” è stata quella per confrontarsi, finalmente, su tutte le violazioni delle regole professionali riscontrate a tutti i livelli nei giorni, nelle settimane di quel drammatico episodio. “Sento il bisogno di scusarmi”, ha detto Iacopino: “con il sindaco della città per certe sceneggiate (un riferimento su tutti, l’intervista al cacciatore di Pomeriggio 5, che l’inviata fece finta di incontrare in piazza, poi smascherata da Striscia la notizia, ndr), per le quali i colleghi sono sotto procedure disciplinari. E di scusarmi con la famiglia e con la stessa signora Veronica, perché purtroppo scomodiamo la presunzione di innocenza solo a convenienza. Sono state scritte e dette cose non vere, sono stati fatti autentici atti di sciacallaggio: questo non è giornalismo e non ha nulla a che vedere con quello che, prima di un diritto, è il dovere della corretta informazione”.
La presenza della vicepresidente dell’autorità garante per la privacy Augusta Iannini – che ha citato i modelli tedeschi, ricordando che il diritto di riservatezza dei minori è l’unico che vale sempre e comunque più di quello di cronaca e di critica – ha sollecitato un confronto sulla necessità di stabilire regole precise.
“La nostra città”, ha detto il sindaco Franco Iurato: “con grande dignità ha forse inconsapevolmente applicato la Carta di Treviso meglio di quanto abbiano fatto i giornalisti. Santa Croce Camerina ha fatto scudo non per omertà ma per tutelare chi, come il fratellino di Loris, aveva già perso troppo. Ci auguriamo che almeno questo dolore serva a riflettere sulla nostra umanità e intelligenza e il nostro modo di usare la parola“.