Il 28 marzo arriva l’ora legale e quindi alle 02.00 di notte di domenica 29 marzo 2015 le lancette andranno spostate avanti di sessanta minuti. In termini pratici, tutto ciò si traduce in un’ora di luce in più (posticipando l’orario dell’alba e del tramonto) e un’ora di sonno in meno.
L’ormai rituale del cambio di ora (adottato definitivamente in Italia nel 1966), oltre a causare immancabili “inconvenienti logistici” ai meno attenti, è sempre più assiduamente associato a disturbi certificati da studi scientifici. I principali sono legati all’alterazione del sonno, stanchezza e difficoltà di concentrazione, stress psicologico e cardiovascolare.
Anche la rivista FOCUS ha lanciato i cinque hashtag legati all’ora legale:
– disturbi del sonno;
– difficoltà di concentrazione;
– incidenti alla guida e sul lavoro;
– stress cardiaco;
– stress psicologico.
Simili al fastidioso jet lag dei viaggiatori, i disturbi associati al cambio dell’ora dipendono dalla reazione del nostro corpo ad uno sfasamento tra l’orologio biologico interno e l’orario sociale esterno. Le giornate con il buio ritardato sono per molti un sollievo, ma c’è anche chi ci mette tempo ad abituarsi al cambiamento di orario. Non sono solo lamentele però: i disturbi legati all’ora legale sono al centro di studi scientifici, i cui dati sostengono la teoria che l’ora legale “fa male” alla salute. Un fronte che si allarga, tanto che negli Stati Uniti da tempo si è acceso il dibattito sull’opportunità di cancellarla. Secondo il Codacons “circa l’80% dei cittadini italiani accoglierebbe con favore una eventuale abolizione del passaggio da ora solare a ora legale, e preferirebbe mantenere tutto l’anno l’ora legale”.
I disturbi del sonno sono ovviamente determinanti per la mancanza di concentrazione. Il generale deficit di attenzione sarebbe all’origine dell’aumentato numero di incidenti stradali nel lunedì successivo al fine settimana di introduzione dell’ora legale, secondo l’analisi dei dati di 21 anni di incidenti avvenuti negli Stati Uniti. Si tratta di dati pubblicati online anche sulla sezione dedicata alla Salute del quotidiano “La Stampa“.
Le persone di salute cagionevole potrebbero maggiormente risentire del cambio dell’ora. Secondo il New England Jorunal of Medicine, l’effetto dello spostamento in avanti delle lancette si farebbe sentire nei sette giorni successivi con un aumento del 5% degli infarti del miocardio. Con lo spostamento in avanti delle lancette, aumenta anche lo stress. Ad essere più vulnerabile alle conseguenze del cambio dell’ora è anche chi già soffre di depressione e disturbi dell’umore. Costoro possono sperimentare un iniziale acuirsi dei sintomi. Infine, chi già soffre di insonnia potrebbe vedere accentuato il fenomeno.
Tanti i “contro”, bilanciati da un “pro” grande 91 milioni di euro. A questo ammonta infatti il risparmio in Italia in termini di consumi energetici conseguente all’adozione dell’ora legale. Lo riporta uno studio relativo al 2014 fornito da Gruppo Terna: “Durante il periodo di ora legale, iniziato il 30 marzo 2014, grazie proprio a quell’ora quotidiana di luce in più che ha portato a posticipare l’uso della luce artificiale, l’Italia ha risparmiato complessivamente 549,7 milioni di kilowattora (568,2 milioni di kWh il minor consumo del 2013), un valore pari al consumo medio annuo di elettricità di circa 205 mila famiglie“.