Era il 16 gennaio quando Corrado Giuca, imprenditore nel settore della lavorazione della pietra, in un gesto di disperazione estrema, abbatteva un muro della sua azienda svenduta all’asta, a Pozzallo. In quell’occasione ogni decisione era stata rinviata al 25 marzo, oggi.
In mattinata era previsto, nel capannone, il ritorno dell’ufficiale giudiziario e ieri sera un veloce passaparola ha fatto si che sul posto si radunassero, circa 80 militanti dei Forconi, per scongiurare il peggio.
“In mancanza di risposte, non aspetteremo che l’ufficiale giudiziario bussi alla porta e dia seguito alle svendite di immobili di imprese e famiglie che sono incappati nelle paludi di questa crisi”, hanno detto chiaramente. E Giuca, per l’ennesima volta, ha ribadito che nessuno avrà mai la sua azienda, perché piuttosto completa l’opera iniziata a gennaio – il buco sulla parete è ancora ben visibile – e la demolisce.
Alla fine, pertanto, l’ufficiale giudiziario ha deciso di rimettere tutto nelle mani del giudice.
“Auspichiamo” fanno sapere dai Forconi “che alle aperture palesate dai nuovi acquirenti seguano i fatti, in modo che questa vicenda possa avere la fine dignitosa che merita“.