Asta, casa e proroga: alla famiglia Pacetto di Cava d’Aliga ancora tre mesi di tempo

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La foto di Marcello Guastella dei Forconi

La famiglia Pacetto non è stata sfrattata. Una vittoria del movimento dei Forconi, ma soprattutto una vittoria della famiglia sciclitana che ieri mattina attendeva l’ufficiale giudiziario che doveva immettere nel possesso il nuovo proprietario.

La famiglia Pacetto, così come comunicato dal Comune di Scicli, sarebbe stata alloggiata presso un centro immigrati. Ma così non è stato. Perché al termine di un lungo incontro, tenutosi nella caserma dei carabinieri di Scicli tra le parti, alla presenza del leader del movimento, Mariano Ferro, è stato deciso di concedere il termine fino al 29 giugno alla famiglia per trovare un’idonea e dignitosa alternativa.

L’accordo è stato raggiunto mentre davanti all’abitazione della famiglia di Angelo Pacetto, in c. da Bosco Rotondo a Cava d’Aliga, era in corso una protesta. È stata anche rivalutata la possibilità di trovare i soldi per ricomprare la casa.
Nei prossimi tre mesi i Pacetto dovranno dunque lasciare la casa o dare la contropartita agli acquirenti, per chiudere la vicenda in modo bonario.

E sembrerebbe che gli acquirenti abbiano dato qualche segnale positivo, a livello di apertura. “Ha vinto il buon senso, la capacità di pensare a un futuro migliore”, hanno commentato i Forconi: “è evidente che la questione sollevata dal nostro movimento, sulla rivisitazione del metodo che disciplina le aste giudiziarie, ha avuto pieno riscontro nella collettività. Siamo stati presenti circa trecento militanti e simpatizzanti dei Forconi assieme ai quali hanno dato testimonianza di solidarietà anche i grillini”.

“Abbiamo deciso di essere testimoni attivi nel denunciare il disastro economico e sociale in atto, partendo dalla partecipazione attiva tra la gente dando voce alle criticità che raccogliamo sul territorio, pensando lo stesso come un momento di esaltazione del processo di globalizzazione e non l’esatto contrario. Questo risultato ci impone di attenzionare sempre di più quello che il nostro territorio può ancora dare e intendiamo dare voce a chi assieme a noi vorrà fin da domani attivarsi nel portare alla attenzione della politica le grandi risorse che il nostro territorio può sviluppare”.

Della vicenda Pacetto si era occupato anche il prefetto di Ragusa Annunziato Vardè che aveva trovato una mediazione: l’acquirente era disponibile a rivendere l’immobile ad una persona vicina a Pacetto in cambio delle spese sostenute ed anche Pacetto aveva accettato. L’accordo però non si concluse perché Pacetto non era riuscito a trovare la somma necessaria.

[ Fonte: La Sicilia ]