“Stai attento a quello che fai, tu non sai chi sono io, ho fatto anche 13 anni di carcere”. E’ stato quanto i gelesi Emanuele Calabrese e i due figli, Angelo e Rosario, avrebbero detto ai titolari di un appezzamento di terreno in contrada Piano Colla, alla periferia di Acate, subito dopo essersi impossessasti di quasi mezzo quintale di arance lo scorso mese di febbraio. Una volta scoperti, i tre, per tutta risposta, si erano infatti scagliati violentemente prima contro il figlio e poi contro il padre, titolare dell’appezzamento: calci e pugni che avevano costretto il giovane acatese ad un primo intervento, a cui ne dovrà seguire un altro.
I tre erano stati denunciati pochi giorni dopo dai carabinieri della stazione di Acate, grazie ad alcune testimonianze. All’alba di oggi i militari dell’Arma hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, che è stata emessa dal Gip del tribunale di Ragusa, Andrea Reale, su richiesta del sostituto procuratore della repubblica di Ragusa Francesco Puleio. Questa mattina, nella sede del comando provinciale dell’Arma, il comandante provinciale, Sigismondo Fragassi, insieme al comandante della compagnia di Vittoria, Daniele Plebani, ed al comandante della stazione di Acate, Roberto Scialpi, hanno illustrato i dettagli dell’arresto.
“Una delle aggravanti – ha sottolineato Fragassi – è la recidiva, cioè i tre non sono nuovi a questo tipo di reato. L’ho detto più volte e lo ribadisco: in provincia di Ragusa la maggior parte dei crimini vengono commessi da soggetti che provengono da fuori provincia. Il nostro impegno, in questo senso è massimo e l’appello è sempre quello di denunciare, proprio perché casi come questo evidenziano come la denuncia serva ad assicurare alla giustizia i responsabili”.
La vicenda, come accennato, risale allo scorso mese di febbraio e, precisamente, a giorno 11. I tre erano stati denunciati, poi, il 16 febbraio con la contestuale richiesta di ordinanza. L’accusa è quella di rapina in concorso e lesioni aggravate in concorso. “L’operazione – ha concluso il colonnello Fragassi – va ad inquadrarsi nel più ampio contesto di servizi di controllo del territorio che vedono coinvolti tutti i reparti della provincia iblea, soprattutto in quelle aree extraurbane e rurali isolate e meno frequentate, per garantire la sicurezza degli imprenditori agricoli”.