Hanno raccolto 1100 firme in pochi giorni, ma tra queste non ce n’è nemmeno una di coloro che tuttora ricoprono incarichi di rappresentanza istituzionale: né i consiglieri comunali néa la senatrice Venerina Padua né il deputato regionale dell’Udc Orazio Ragusa hanno sottoscritto la petizione di sensibilizzazione rivolta al Presidente della Repubblica e al Governo (qui il pdf) per scongiurare lo scioglimento del Comune di Scicli per infiltrazioni mafiose.
“Noi ci impegniamo senza chiederci perché altri non si impegnano. Se volete sapere perché non hanno aderito, chiedetelo a loro”, è la spiegazione – secca – che si danno i rappresentanti del Comitato spontaneo nato tra rappresentanti della società civile e del mondo intellettuale sciclitano, a cui hanno aderito in molti, dal giudice Santiapichi a Piero Guccione passando per tutti gli ex sindaci della città dagli anni ’70, “per dare – dicono loro – voce ad un sentimento diffuso che però faticava a emergere”.
Scegliendo simbolicamente l’aula magna del centro d’accoglienza Mediterranean Hope per presentare ufficialmente l’iniziativa della petizione, già partita questa mattina verso tutti i destinatari a cui è rivolta, i componenti del Comitato hanno affidato all’ex assessore Giampaolo Schillaci il compito di illustrarla nel dettaglio: “Il punto non è – come in molti hanno, fraintendendo, creduto, entrare nel campo d’azione della magistratura. Il punto è intervenire sulla lettura politico-amministrativa che il Ministero potrebbe dare dei fatti che riguardano la città di Scicli, con una rappresentazione delle cose che non avrebbe controdeduzioni, andando eventualmente a stabilire lo scioglimento. Per questo abbiamo chiesto un’audizione e abbiamo non solo già scritto nel testo della petizione ciò che la città di Scicli veramente è e quali sono le ragioni per cui è conosciuta nel mondo (dall’Unesco a Montalbano), ma anche presentato un allegato tecnico (qui il pdf) per dimostrare i passi avanti che nel 2014 erano stati fatti dall’Amministrazione in materia di trasparenza, anticorruzione, risanamento finanziario, gestione dei rifiuti, lotta all’abusivismo. Tutte cose che dimostrano che questo Comune stava andando nella direzione diametralmente opposta a quella che potrebbe far presupporre infiltrazioni mafiose”.
Difendendo il valore dell’ultima Giunta tecnica, Schillaci e gli altri rivendicano un cambiamento di rotta per il futuro: “Proseguiremo l’azione di questo Comitato sia nella malaugurata ipotesi dello scioglimento, sia in quella opposta. Gli ultimi anni della storia di questo Comune dimostrano che è necessaria una revisione dei meccanismi di partecipazione”.