“Potremmo anche essere costretti a introdurre la Tasi per il 2015. Una tassa odiosa che l’anno scorso siamo riusciti ad evitare. Quest’anno tutto dipende dai trasferimenti di Stato e Regione. Le prospettive non sono rosee. Proprio in questi giorni abbiamo ricevuto comunicazioni di un ulteriore taglio nei trasferimento dello Stato, minori risorse anche dal fondo di solidarietà. Per non parlare poi della Regione, con le ultime notizie tutt’altro che rassicuranti”.
L’assessore Stefano Martorana, che ha la delega al bilancio e alle risorse economiche a Palazzo dell’Aquila, spiega che ogni decisione sull’introduzione o meno della Tasi passerà proprio da una verifica sulla situazione delle entrate relative ai trasferimenti di Stato e Regione.
L’idea è questa: se la situazione rimanesse pressochè invariata rispetto all’anno scorso, il “pericolo” Tasi sarebbe scampato. Ma le prospettive, come detto, non sono delle migliori. Qualora il Comune si trovasse costretto a coprire il “buco” di Stato e Regione con la Tasi, non è escluso lo studio di sistemi per una distribuzione più equa possibile del “peso” tra i cittadini.
Sulla questione delle royalties petrolifere, Martorana spiega: “Non sappiamo l’ammontare esatto. Non abbiamo un dato ufficiale. Sicuramente ci sarà un aumento rispetto allo scorso anno, quando le somme trasferite al Comune ammontarono a circa quindici milioni di euro”.
Qualcuno parla di cifre tra i 25 e i 30 milioni. Dove confluiranno questi soldi in più? “Undici milioni per progetti del piano triennale delle Opere pubbliche“, chiarisce l’amministratore comunale. “Un’occasione importante per creare sviluppo e per realizzare opere importanti per città. Ci saranno 1,6 milioni di euro per risistemare le strade, somme per la riqualificazione energetica, per progetti su Marina“.
Sull’eliminazione della Tasi anche per quest’anno, quindi, qualche debole speranza ancora rimane, anche se Roma e Palermo sembrano voler sempre più relegare le amministrazioni locali nel ruolo di esattori delle tasse nel disperato tentativo di ripianare l’enorme deficit del Paese.