Abiti e tutele su misura per il Museo del Costume di Scicli, patrimonio della collettività

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Adesso il valore della collezione del Museo del Costume di Scicli è riconosciuto istituzionalmente e verrà tutelato attraverso i vincoli che la legge prevede per i beni considerati patrimonio della collettività.

L’Assessorato dei Beni Culturali e dell’identità siciliana della Regione Sicilia ha infatti riconosciuto, dopo l’esame del primo lotto di proprietà del Museo, che la collezione è “di importante interesse etnoantropologico”, in quanto individuata fra i beni elencati all’articolo 2 della legge regionale 80/77, contenente le “Norme per la tutela, la valorizzazione e l’uso sociale dei beni culturali ed ambientali”.
Il decreto 254 del 10/02/2015, emanato dall’Assessorato regionale, è stato trasmesso la Soprintendente ai Beni Culturali di Ragusa Rosalba Panvini a Giovanni Portelli e Carmelo Giallongo, che custodiscono la collezione.

Istituito nel 2007, il Museo del Costume si trova nelle sale a piano terra dell’ex Monastero di San Michele, in via Francesco Mormina Penna, in pieno centro storico di Scicli, e ospita materiale raccolto sin dagli Anni ’90 per opera di un attento studio ed un’estesa ricerca etnografica, attraverso anche un continuo coinvolgimento della comunità locale.
I reperti variano dall’ambito prettamente legato alla storia del costume, alla tradizione del ricamo e della tessitura popolare: abiti, cappelli e accessori vari, bottoni, scarpe, colletti, una vasta collezione di riviste e figurini di moda dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento e, infine, un ampio repertorio di abiti e materiali provenienti dai Paesi che si affacciano su tutto il Mediterraneo.

“Nel decreto si riconosce, tra le diverse motivazioni”, conferma Portelli: “che la raccolta ricostruisce un’immagine importante del passato e del territorio ibleo e pertanto va tutelata. Il notevole riconoscimento giunge dopo un lavoro di ricerca che dura oramai da oltre un ventennio, con il coinvolgimento, inizialmente, della comunità locale, ma esteso molto presto anche all’intero territorio ibleo. A seguito del decreto regionale la collezione del Museo è, pertanto, sottoposta alle prescrizioni di tutela e vincolo previste dalla legge”.