Dalle Province ai Liberi Consorzi: in Sicilia la riforma è a passo di gambero

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Elezioni annullate per i Liberi Consorzi

I passi indietro potrebbero essere ben tre: i confini territoriali, che per i nuovi Liberi Consorzi potrebbero restare identici a quelli delle vecchie province; l’elezione diretta del Presidente, che potrebbe essere lasciata come opzione facoltativa; le competenze, che potrebbero rimanere identiche a quelle del passato.

L’unico argomento su cui la Regione siciliana era riuscita a fare un passo avanti rispetto al Governo nazionale, approvando in largo anticipo la riforma che avrebbe dovuto mandare in soffitta le ex Province, è lo stesso che oggi rischia di diventare uno dei più grandi bluff legislativi partorito dall’Ars. Il passaggio del testo, in questi giorni, in Commissione Affari Istituzionali è assai travagliato.

E i primi a scagliarsi contro Crocetta sono già i grillini: “Rientra dalla finestra praticamente” dicono i deputati M5S Salvatore Siragusa e Francesco Cappello: “quello che era uscito dalla porta. La legge pensata in partenza è stata smontata quasi pezzo per pezzo, riportandoci alla situazione del 1985. I confini dei nuovi organismi sono uguali. E uguali sono le competenze dei liberi consorzi, delle quali è stata fatta una sorta di copia e incolla. Cambia, ma in peggio, solo la situazione del personale, il cui destino resta molto incerto”.

Entro un anno dal via libera della legge – secondo quanto approvato oggi in commissione Affari Istituzionali all’Ars – Consorzi e Province metropolitane potranno decidere se optare per l’ elezione diretta del presidente o meno.
Oltre al danno anche la beffa che arriva per i Comuni che erano ricorsi al referendum per decidere il loro destino: Gela, Piazza Armerina, Niscemi e Licodia Eubea. “Tutta carta straccia” dicono i deputati pentastellati: “con un danno economico valutabile intorno ai trecentomila euro”.

E per fortuna che a Ragusa, una delle province commissariate da più tempo, dato che sarebbe dovuta tornare al voto prima delle altre, tutti i tentativi referendari sono abortiti in tempo.

“L’ho detto dall’inizio”, ricorda il deputato di Forza Italia Giorgio Assenza: “E dall’inizio sono stato uno dei più tenaci oppositori di questa riforma inutile, dannosa e contro la democrazia. Una riforma solo sulla carta: in pratica abbiamo lasciato le cose come stavano ma togliendo alle Province i servizi (penso al trasporto scolastico, agli istituti secondari che sono rimasti alla mercè di nessuno, alle strade) e lasciando le macchine burocratiche quasi inutilizzate, con i lavoratori che non sanno di che occuparsi. L’unica vera riforma, per Crocetta, voleva essere togliere la parola ai cittadini e nominare i suoi commissari. Ora in Commissione è arrivato un testo del Governo lacunoso e incompleto. Personalmente” conclude Assenza: “sono convinto della necessità di un ente intermedio: chiamiamolo come volgiamo, ma deve essere riempito di funzioni e anzi ad esso si dovrà delegare sempre di più, perché ciò che davvero non funziona qui è la Regione, pachiderma inutile e dannoso per tutti”.

“Con il solito ‘al lupo, al lupo’, si discute come se il testo della riforma fosse già stato approvato, ma il testo è appena arrivato in Commissione ed è ancora tutto da discutere“, si affretta invece a ricordare dalla maggioranza Nello Dipasquale: “Aspettiamo che il testo arrivi in aula dove ci saranno ulteriori discussioni da fare e ulteriori aggiustamenti, che anche chi come me non è in Commissione proporrà. Intanto dobbiamo ricordare che questa riforma ci ha fatto risparmiare molti soldi: quelli degli organi politici e delle loro elargizioni, che avevano fatto delle Province veri e propri contributifici. La riforma la stiamo facendo e in linea con le decisioni che si vanno assumendo in tutto il Paese”.