Ci sarebbero circa 30 milioni di euro in arrivo, dalla Regione, nelle casse del comune di Ragusa. Si tratta di soldi frutto delle estrazioni petrolifere da parte delle compagnie Eni, Edison e Irminio.
L’annuncio è di Peppe Calabrese, componente della direzione regionale del Partito Democratico, che afferma come si tratti di somme considerevoli che obbligano l’amministrazione comunale ragusana ad una importante riflessione e, soprattutto, davanti ad una decisione coerente e definitiva.
Queste le sue dichiarazioni integrali:
Il Comune di Ragusa sta per introitare una somma record, mai avuta prima da parte della Regione, in materia di royalties. Si parla di qualcosa come 25/30 milioni di euro provenienti dalle estrazioni petrolifere ricadenti sul territorio comunale. Eni, Edison ed Irminio puntualmente versano alla Regione le quote spettanti, che a sua volta gira le stesse al Comune di competenza.
Dopo l’introito maturato nel 2014 pari a 15 milioni di euro, la cifra di quest’anno, molto più corposa, impone alcune serie considerazioni politiche. La spesa corrente del Comune di Ragusa in bilancio è poco più di 70 milioni di euro e oggi le royalties rappresentano entrate per oltre 1/3 delle somme che servono a gestire l’ordinario.
La città si aspetta o un progetto che investa tali cifre per creare occupazione e tutela ambientale come consiglia la norma, oppure una drastica riduzione della tassazione locale su spazzatura e Imu. Gravissimo se qualcuno pensa di tappare buchi o spalmare nel bilancio di previsione 2015 cifre di questa entità.Il sindaco e la sua maggioranza devono decidere cosa fare sul tema: trivellazioni sì o no. Se assumono, come hanno fatto fino ad oggi, posizioni oltranziste contro, rinuncino ai proventi sulle royalties da perforazioni, diversamente la smettano di fare i finti ambientalisti, nonostante oggi vada di moda, e ammettano che a Ragusa il petrolio è una realtà di sviluppo non trascurabile e pertanto inizino a dare risposte chiare alle aziende che hanno fatto richiesta di autorizzazioni edilizie al fine di costruire piattaforme per perforare, così come hanno già fatto Sovrintendenza e Genio civile.
Tergiversare e nel frattempo bloccare tutto crea un danno economico, occupazionale e sociale di decine di milioni di euro, facendo perdere posti di lavoro e investimenti ed esponendo il Comune di Ragusa a contenziosi con possibili richieste di risarcimento danni per mancato profitto non potendo queste aziende procedere con i lavori pur avendo tutte le autorizzazioni. Non dobbiamo neppure tralasciare il particolare che su future produzioni di greggio, Ragusa potrebbe ancora aumentare i proventi sulle royalties. Serve, insomma, la massima chiarezza. E chi amministra ha il dovere di farla.