Hanno risposto 1.658.701 italiani al censimento dedicato ai tesori da salvare, ripristinare e strappare all’abbandono.
E il sito più segnalato nella settima edizione de “I Luoghi del cuore”, lanciata dal Fondo per l’ambiente italiano in collaborazione con Intesa San Paolo è risultato il convento dei frati cappuccini a Monterosso al Mare, nello Spezzino.
Molti anche i siti siciliani. Uno dei quali è anche finito sul podio: al terzo posto, con 71.967 segnalazioni, si è infatti classificato il Castello di Calatubo di Alcamo, in provincia di Trapani.
Tra gli altri siti più votati in Sicilia, ci sono le Saline di Marsala e la laguna dello Stagnone, classificatesi al ventesimo posto, ma giunte al gradino più alto nella sezione speciale dedicata ai luoghi legati alla produzione e alla trasformazione alimentare “Expo 2015-Nutrire il pianeta”, con 14.764 voti.
Poi, tra gli altri luoghi siciliani più votati, il Bastione degli Infetti a Catania, il santuario di Maria Santissima di Capo Orlando a Capo d’Orlando, il Bosco di Santo Pietro a Caltagirone, il castello Barresi a Pietraperzia, la Fontana del Milite ignoto ad Augusta, la montagna di Ganzaria, a San Michele di Ganzaria, il teatro Comunale di Siracusa, il quartiere della Giudecca a Cefalù, la cattedrale di Agrigento, la Reale cappella di Santa Venera ad Acireale, il lavatoio del Reale Albergo dei Poveri a Palermo, il castello Cupane di Acquedolci, il parco extraurbano, non ancora realizzato, di Truncafila-San Biagio a Scicli.
Il parco sciclitano ha ottenuto 1054 voti, piazzandosi molto avanti rispetto: alla fornace di Sampieri, o alla Chiesa di San Matteo sempre nello sciclitano; al Castello dei Conti, a casa Quasimodo e al Convento di Santa Maria del Gesù a Modica; alla Torre Cabrera di Pozzallo; al Castello di Donnafugata di Ragusa; al faro e alla spiaggia “di Montalbano” a Punta Secca nel territorio di Santa Croce Camerina.
Situata a cinque chilometri dal centro abitato di Scicli, tradizionalmente zona di sfruttamento minerario, l’area Truncafila – San Biagio conserva notevoli manufatti storici e artistici e naturalistici, tra i quali l’antica chiesetta di San Biagio, un piccolo eremo del XIV secolo; i vecchi casolari di roccia calcarea bianca tra i quali spicca la nobiliare Casa Mormina; il Pozzo del Giudeo – un impianto di sollevamento di acqua a trazione animale, su cui esiste un vincolo etno-antropologico apposto dalla Sovrintendenza in quanto costituisce una pregevole testimonianza di un sistema idraulico preindustriale di attingimento d’acque; numerosi laghetti che si sono formati all’interno delle cave dismesse, divenuti piccole oasi per numerosi specie di uccelli e importanti habitat per una flora locale molto diversificata, dove si distinguono numerose specie di orchidee e campi di ulivi; le testimonianze archeologiche di una necropoli costituita da circa cinquanta tombe, anch’essa posta sotto vincolo archeologico dalla Regione Siciliana.