Valentina Pace si racconta: la danza, la maternità e la nostalgia della Sicilia

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La danza accompagna la sua vita da trent’anni, che ha trascorso esibendosi sul legno dei principali teatri del mondo. Ma su quello imponente e magico del Teatro Massimo di Palermo, per Valentina Pace e le sue punte stasera sarà la prima volta.

Modicana d’origine, cresciuta un po’ catanese e un po’ palermitana per seguire le orme dei suoi genitori, ma ormai da anni francese d’adozione, da prima ballerina del Balletto Nazionale di Marsiglia fino al 27 febbraio potrà eccezionalmente esibirsi per il pubblico “di casa” in un allestimento tutto contemporaneo di Orfeo ed Euridice di Gluck, nella versione riorchestrata da Hector Berlioz. “Ne ho visti di teatri, ma questo è un gioiello straordinario, dove è emozionante il pensiero di esibirsi”, racconta Valentina Pace: “E farlo in Sicilia mi dà un’energia in più, di quelle che prendono alla pancia!”.

Proprio da Palermo è iniziato il suo percorso, quando aveva appena cinque anni, approdando poi a 14 alla Scala di Milano e a 18 al Ballet National de Marseille, selezionata dal coreografo Roland Petit. Ma in realtà Valentina qui resta di casa, pur non avendo avuto occasione di ballarci: suo padre Giorgio, infatti, che per cinque anni è stato il Sovrintendente della Fondazione Teatro Garibaldi di Modica, collaborando gratuitamente alla nascita di questo progetto per la sua città di origine, oggi è il direttore operativo del Teatro Massimo di Palermo. “Ma anche se lavoriamo per qualche giorno nello stesso posto – racconta Valentina – mio padre lavora sempre e non lo vedo mai. So che ogni tanto viene a spiarmi, in punta di piedi e senza disturbarmi. Ma so soprattutto che ha contribuito a selezionare questo spettacolo, tra quelli del Balletto di Marsiglia, che io trovo davvero una bella scelta”.

Questo allestimento di “Orphée et Eurydice” ha debuttato infatti tre anni fa in Francia, con un certo successo. Regia e coreografia sono dell’artista belga Frédéric Flamand che ha riletto il mito in chiave contemporanea, mentre l’impianto scenografico è ideato dall’artista fiammingo Hans Op de Beeck (che firma anche le immagini video e i costumi) e ambienta la tragica storia d’amore nella periferia di una metropoli immaginaria, dove i colori mutano continuamente dal bianco, al grigio, al verde all’azzurro e riverberano emozioni, stati d’animo e le esperienze opposte a cui andrà incontro l’eroe Orfeo. “Uno spettacolo – conferma il Sovrintendente Francesco Giambrone – che dice tanto del nostro interesse per i linguaggi contemporanei quanto del nostro desiderio di valorizzare gli artisti siciliani, come nel caso di Valentina Pace, che sono nati e si sono formati qui e stanno affrontando una carriera internazionale”. “Ho lavorato molto e anche grazie all’aiuto del bravissimo assistente coreografo Diego Tortelli – racconta ancora Valentina – su un ruolo impegnativo come quello di Euridice, un ruolo bellissimo in un’appassionante e drammatica storia d’amore: ma è soprattutto l’allestimento contemporaneo che mi consente di metterci un po’ più di mio, di esperienze e sensazioni personali”.

Superati i trent’anni e diventata da due madre del piccolo Flavio, Valentina Pace ha ormai conquistato quell’esperienza e quella libertà che le consentono di affrontare ogni ruolo con maggiore spontaneità e naturalezza: “Sono ad un punto della carriera – conferma – in cui riesco ad affrontare ogni ruolo con più consapevolezza, riflessione e maturità. D’altra parte, però, ho idea che la maternità mi aiuti a ballare meglio: l’avessi saputo, magari avrei fatto un figlio prima! Quando diventi madre sei per forza di cose meno centrata su te stessa e hai meno complessi, quindi riesci a essere più libera e naturale. Mio figlio Flavio è qui con me in Sicilia e si gode, insieme a me, i nonni, mia sorella e il buon cibo che di certo a Marsiglia è tra le cose che mi manca di più!”.

(Fonte: La Sicilia)