Protesta dell’agricoltura a Ragusa: i politici accorrono, gli imprenditori meno

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Giannone apre gli interventi che hanno spiegato le ragioni della mobilitazione

Sicuramente le pessime condizioni meteorologiche hanno influito, ma appare chiaro che il comparto agricolo non ha aderito in massa alla protesta promossa dal coordinamento provinciale delle associazioni Agrinsieme, con Confagricoltura, Legacoop, Confcooperative e Agci, assieme a Unsic, Copagri e Federvivai. Il riferimento, velato da parte del presidente della Camera di Commercio Giuseppe Giannone durante il breve saluto istituzionale, ed esplicito da parte di Pino Occhipinti di Legacoop Ragusa, è alla Coldiretti, che non ha aderito alla manifestazione.

Programmata inizialmente in piazza Libertà, la mobilitazione è stata trasferita all’interno dell’ente camerale ibleo. Eppure nell’auditorium sono tante le sedie vuote. Nota positiva, per gli organizzatori, la ricca presenza di rappresentanti politici, primi interlocutori delle associazioni per promuovere una battaglia a tutti i livelli principalmente contro l’Imu sui terreni agricoli. “Una tassa iniqua”, ha esordito Giannone: “una doccia fredda che scoraggia gli imprenditori. Le condizioni di lavoro per gli agricoltori sono ormai critiche e antieconomiche. Credo che la soluzione debba essere politica, e quindi parlamentare e di Governo. Faccio appello quindi ai politici presenti, ognuno per i propri ruoli. Il grido di rabbia dovrebbe essere sostenuto da tutte le organizzazioni del settore, e mi dispiace l’assenza a questa giornata da parte di una importante organizzazione di produttori agricoli. Auspico che si ritrovi unità, non solo nella protesta ma anche nella proposta. Ad ore attendiamo un pronunciamento del Tar molto importante ai fini di questo provvedimento. L’agricoltura è in grandissima crisi, il settore sta arretrando, e non si vedono spiragli di miglioramento, al di là di nicchie d’eccellenza che nel nostro territorio non vanno dimenticate”.

In attesa del pronunciamento del Tribunale amministrativo del Lazio, che potrebbe nuovamente intervenire sul provvedimento del Governo Renzi, nel corso del dibattito è stato sottolineato come diversi Comuni, tra i quali Ragusa e Modica, ai quali si affiancheranno a breve anche Pozzallo e Santa Croce Camerina, hanno deciso di non sanzionare i contribuenti che verseranno l’Imu sui terreni agricoli entro il 10 marzo, concedendo quindi un ulteriore mese in attesa di capire cosa accadrà.

“Al di là delle decisioni del Tar, dal quale si attendono pronunciamenti fino al mese di giugno”, ha sottolineato Sandro Gambuzza di Confagricoltura: “noi non vorremmo che fosse un provvedimento di tipo giurisdizionale a porre un argine a questa iniziativa governativa. Vorremmo invece che fosse la politica ad intervenire, e confidiamo molto che in fase di conversione in legge del decreto ministeriale questa imposta sui terreni agricoli venga cassata”.

Numerosi quindi i rappresentanti politici presenti, dal deputato regionale Orazio Ragusa, ai sindaci di Modica, Ignazio Abbate, Santa Croce Camerina, Franca Iurato, e Pozzallo, Luigi Ammatuna. Dal presidente del consiglio di Ragusa, agli assessori comunali al ramo di Vittoria, Lisa Pisani, e Monterosso, Pasquale Castello, oltre a diversi esponenti dei consigli comunali iblei. Presente anche Sebastiano Gurrieri per Sicilia democratica.

Non si è parlato solamente di Imu. Nel corso dei numerosi interventi si è sottolineata l’urgenza dell’approvazione del Psr 2014-2020, della riduzione del cuneo fiscale, dell’incentivazione dell’attività agricola, attraverso la piena operatività della cosiddetta Banca della terra, ma anche la predisposizione di interventi specifici sui mercati in crisi, come quelli riguardanti i settori lattiero caseario e dell’ortofrutta.