Modica, Michele Colombo (PD): “Ma il sindaco cosa vuol fare con i lavoratori della SPM?”

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Vicenda SPM. A Modica il consigliere comunale del PD, Michele Colombo, chiede che il sindaco Abbate chiarisca immediatamente quali sono le sue intenzioni per gli 80 dipendenti della società partecipata, per i quali pare si intenda rinnovare, anche per il 2015, la richiesta di cassa integrazione.
Queste le parole dell’esponente del Partito Democratico.

Secondo i bene informati il sindaco Abbate avrebbe convocato per la prossima settimana un vertice con le parti sociali per definire la questione dei lavoratori della “Servizi per Modica” e si appresterebbe a rinnovare per il 2015 la richiesta della cassa integrazione in deroga. L’anno scorso la stessa procedura era già stata adottata per 80 unità, con la riduzione e rimodulazione degli orari di lavoro: ma questa scelta che era sembrata obbligata, dato che col Piano di riequilibrio erano state ridotte le risorse per i contratti di servizio, ora appare in netta contraddizione con l’attuale modo di amministrare.
Se questa indiscrezione fosse vera – e ferma restando sempre la validità di tutti gli ammortizzatori sociali per tutelare i lavoratori nei momenti di crisi – il punto resterebbe sempre lo stesso: si può andare a bussare alla porta della Regione o dello Stato, solo quando si è certi di aver gestito in modo oculato le finanze del Comune. Invece il sindaco con la mano destra mantiene bassa la spesa per la Spm e pensa di andare a elemosinare a Palermo le risorse per i dipendenti (possibilmente minacciandone il licenziamento), mentre con la mano sinistra distribuisce altrove le poche risorse destinate ai servizi.
È sotto gli occhi di tutti con quale frequenza il sindaco nell’ultimo anno abbia spinto appalti esterni proprio per quei servizi che potrebbero e anzi dovrebbero essere tranquillamente garantiti dalla Spm, attraverso l’impiego dei suoi lavoratori: e non è solo il caso degli innumerevoli affidamenti per piccole e grandi manutenzioni, dalle strade alla rete idrica alle imponenti scerbature, ma ad esempio anche del trasporto scolastico (che ci costa più di 400 mila euro l’anno).
Non è questo il modo di tutelare i lavoratori, né di garantire i servizi che la Spm dovrebbe svolgere per la città.
Il sindaco chiarisca immediatamente quali sono le sue intenzioni per i dipendenti della Spm, tanto più che la situazione finanziaria della Regione siciliana crea parecchie preoccupazioni in più del passato rispetto al fatto che sia effettivamente possibile garantire la cassa integrazione in deroga per 80 lavoratori: non sarebbe il caso di risparmiare loro questa ennesima, grande incertezza, e di assumere decisioni più eque e responsabili?
È comprensibile che per il primo cittadino sia più facile manovrare la sua macchina del consenso esternalizzandoli tutti, moltiplicandone i costi, ma i lavoratori e i cittadini, il Comune e la città, non possono permettersi i costi della sua campagna elettorale.