Viaggio all’interno del canile di Vittoria: ecco i cuccioli in cerca di famiglia

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Ogni cucciolo una storia, quasi sempre tragica.
Dietro gli occhi intimoriti si nascondono nomi, ferite, drammi. I nomi, ovviamente, sono quelli che per loro hanno scelto Chiara Schembari, Giovanni Messina, Giada Ragusa e Raul Blaga, i quattro operatori dell’associazione AIDA che da 5 anni gestiscono il canile comunale di Vittoria, nei pressi della Fontana della Pace. Con passione, dedizione, amore, loro sono qui sempre, inclusi domeniche e festivi, e sono pronti, soprattutto al mattino dalle 10 alle 12, o su appuntamento, ad accogliere chi volesse venire a fare il suo carico d’affetto gratuito.

Sono 117, al momento, i cani ospiti della struttura, di cui 80 adulti e tutti gli altri cuccioli sotto l’anno di età. Ma i numeri, neanche a dirlo, variano giorno dopo giorno perché qui arrivano continuamente animali abbandonati, malridotti, sottonutriti, maltrattati.

Gli ultimi arrivati sono 3 cuccioli. Quando hanno raggiunto il canile Mangione per loro non c’era posto e gli operatori hanno allestito, all’esterno della struttura, delle cucce improvvisate. Quella è stata la loro casa per tre settimane, poi, nei giorni scorsi, sono stati adottati due adulti e un cucciolo, e per le loro tre si sono aperte le porte del canile. Non sarà bellissimo vivere in gabbia, ma di certo qui stanno trovando le cure e l’amore che meritano.

Come Violetta. Lei è stata ritrovata ad ottobre in c.da Alcerito, incidentata e abbandonata non si sa da quanto. Aveva partorito da poco, ma non si sa i cuccioli che fine abbiano fatto. Violetta è davvero un miracolo, ha un carattere fortissimo che le ha permesso di reagire ed è diventata la mascotte del canile. I primi giorni in cui è arrivata stava immobile e sembrava che avesse la colonna vertebrale spezzata da poco, invece non appena è stata sistemata sul carrellino ha cominciato a correre e in due giorni è rinata. Da aggressiva è diventata dolcissima e ora scorazza libera e felice, pronta a difendere come una leonessa tutti i cuccioli in cui, forse, rivede i suoi.

O come Nikita, che è arrivata strisciando, avvelenata, quasi in coma, incinta di cuccioli morti. O, ancora, come Nebbia, giunto qui ferito a seguito di un incidente il giorno di capodanno. Aveva due mesi e lo hanno abbandonato davanti ai cancelli. Nessuno sa da dove vengano, né quale sia stato l’iter chi li ha portati fin qui, ma adesso attendono solo di diventare i migliori amici di qualcuno.

È un viaggio, quello all’interno di un canile, dal quale si esce necessariamente diversi da come si è entrati. A Vittoria, Chiara Schembari ci ha fatto da cicerone attraverso i box spiegandoci anche come sono andate le adozioni lo scorso anno. “Grazie anche alla nostra pagina Facebook, siamo riusciti a fare adottare 7 adulti e una quindicina di cuccioli. L’iter per le adozioni è semplice, ma se abbiamo dubbi evitiamo di affidare i cani. Quando riceviamo una richiesta di affido, avviamo i controlli, perché come associazione siamo molto attenti e verifichiamo che il richiedente abbia tutte le caratteristiche per tenere un animale. E anche dopo li teniamo sempre sotto controllo, di tanto in tanto chiamiamo i proprietari o li andiamo a trovare. Ed è bellissimo quando ci chiamano per raccontarci come sono felici della scelta fatta”.

Immagino, però, anche alla luce delle recenti polemiche con il Comune, che non sia facile gestire una struttura del genere…
“Ti dico solo che abbiamo la corrente elettrica dallo scorso inverno, siamo stati 4 anni al buio. Inoltre, il Comune dovrebbe rimborsare le spese che sosteniamo per i cani ogni sei mesi, cioè quando facciamo il resoconto di ingressi ed uscite. Invece nel settembre 2014 abbiamo avuto pagato metà 2012 ed entro il 31 gennaio avrebbero dovuto saldarci l’altra metà, ma stiamo ancora aspettando e non ci pagano neanche i viaggi per le adozioni fuori. Così abbiamo dovuto anticipare anche questi soldi, ma ad un certo punto ci siamo dovuti fermare. Anche il recinto di sgambatura mobile l’abbiamo comprato noi. Abbiamo chiesto aiuto al Comune di Vittoria per 4 anni, alla fine ci siamo stancati e lo abbiamo acquistato con i soldi provento della vendita dei calendari realizzati l’anno scorso. All’interno del recinto i cani possono giocare, correre, fanno i loro percorsi e li facciamo lavorare sulla compagnia e sull’addestramento. Qui dentro dovrebbero esserci anche il rifugio sanitario e l’anagrafe canina, con tanto di sala operatoria e di medici dell’ASP, ma è tutto fermo”.

In che modo operate contro il randagismo?
“La logica del controllo del randagismo passa attraverso la microchippatura e la sterilizzazione. I cani dovrebbero essere visitati e microchippati al momento dell’ingresso in canile, ma l’anagrafe di Vittoria non ci aiuta in tal senso, amministratori e tecnici si rimpallano ruoli e responsabilità finchè non cambiano nomi e deleghe. Stiamo prendendo tempo dando un certificato a chi prende in affido i cani, almeno evitano il pericolo multa. In pratica i cittadini fanno richiesta di adozioni, la mandano al comune ma non vengono richiamati. Il rischio è che giustamente, passando molto tempo, la gente si stanca e noi non possiamo permetterci di perdere una sola occasione di adozione. La logica di controllo del randagismo è questa, non creare mamme e papà di migliaia di cuccioli sparsi in giro per il territorio”.

Intanto il M5S all’Ars, nei giorni scorsi, ha presentato un’interrogazione proprio per chiedere che fine abbiano fatti i fondi regionali stanziati nel 2009, attraverso il progetto pilota “Emergenza Randagismo negli Iblei”. In quell’occasione l’assessorato regionale alla Sanità ha destinato 446 mila euro per il finanziamento di tre progetti relativi alla realizzazione di rifugi, tra cui quello di Vittoria il cui comune ha ricevuto 120 mila euro. Ad oggi, però, il progetto è bloccato da inutili lungaggini burocratiche. Mancano, infatti, come detto, il rifugio sanitario e l’anagrafe canina.

L’On. Vanessa Ferreri ha chiesto, pertanto, al Presidente della Regione se non si ritenga opportuno intervenire per verificare la corretta gestione dei fondi ricevuti dal Comune di Vittoria e per conoscere lo stato di avanzamento dei lavori e di “garantire le risorse necessarie alle Asp affinché si occupino costantemente della cura e delle microchippature dei cani nei rifugi e del censimento di quelli liberi”. L’ASP, insomma, deve aiutare i Comuni, facendosi carico della sua parte di responsabilità e di spese.