La decisione si attende da un momento all’altro, ma è probabile che i tempi per sapere se il Comune di Scicli sarà o meno sciolto per infiltrazioni mafiose saranno ancora lunghi.
A gennaio, infatti, la Commissione prefettizia composta dal viceprefetto Caterina Munutoli, in servizio a Messina, dal capitano Salvatore Cannizzo, in servizio presso la polizia tributaria di Ragusa, e dal comandante della compagnia dei Carabinieri di Modica Edoardo Cetola, ha concluso il proprio lavoro e consegnato la relazione al Prefetto di Ragusa Annunziato Vardè, che ha 45 giorni di tempo per riferire al Ministero dell’Interno.
Tuttavia il fatto che il Commissario straordinario del Comune Ferdinando Trombadore abbia ricevuto dalla Prefettura la notifica della sospensione del certificato antimafia per la ditta Ecoseib – proprio nei giorni in cui ha poi affidato in via d’urgenza il servizio di raccolta dei rifiuti alla ditta Tek. ra, che aveva vinto l’appalto in scadenza a gennaio ma non aveva ancora prodotto tutta la documentazione per formalizzare l’assunzione dell’incarico – ha messo la città in allarme.
Il fatto in sé non rappresenta in alcun modo un elemento utile a far pensare che sia più probabile una conclusione del procedimento effettivamente favorevole allo scioglimento, ma questa notizia, insieme all’attesa per l’udienza preliminare in cui l’ormai ex sindaco Franco Susino dovrà sostenere l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, fissata per il prossimo 10 marzo, fa correre le voci e le preoccupazioni.
Né, come alcuni hanno sostenuto, le dimissioni in massa dei consiglieri comunali, dopo quelle del sindaco, eviterebbero l’eventuale provvedimento.
Alcuni di loro, in particolare quelli del Pd, spiegano che ci sono diverse decisioni giurisprudenziali e in particolare una sentenza del Consiglio di Stato, secondo cui “in caso di concorso tra le ipotesi di scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni o condizionamenti della criminalità organizzata e quella di preventive dimissioni di oltre la metà dei consiglieri deve prevalere la prima” proprio perché “con l’espediente di repentine dimissioni, potrebbero in qualunque momento vanificare l’iniziativa dell’Amministrazione dell’Interno”.
L’articolo 143 del Testo Unico degli Enti Locali prevede che “nel caso in cui non sussistano i presupposti per lo scioglimento o l’adozione di altri provvedimenti, il Ministro dell’interno, entro tre mesi dalla trasmissione della relazione, emana comunque un decreto di conclusione del procedimento in cui dà conto degli esiti dell’attività di accertamento”.
In questo clima di assoluta incertezza, nonostante sia passato un mese e mezzo dalle dimissioni del sindaco, non si parla nemmeno di campagna elettorale.