Dopo l’elezione di sabato scorso, oggi Sergio Mattarella alle 10.00 ha giurato come Presidente della Repubblica davanti al Parlamento che lo ha eletto riunito in seduta comune nella Camera dei deputati.
Terminato il giuramento, il palermitano Sergio Mattarella ha tenuto il suo primo discorso ufficiale.
Essendo uomo di poche ma efficaci parole (17 quelle che ha pronunciato, sabato, appena ricevuta la proclamazione dell’elezione, da parte dei presidenti di Camera e Senato), inutile negare che la curiosità sul contenuto – non solo politico – del suo primo discorso da Presidente era molto alta.
Sono stati 30 minuti di discorso, moltissime volte interrotto dagli applausi (ben 42 se ne sono o contati) dell’aula di Montecitorio. Un discorso asciutto, non pomposo: per dirla con le parole del suo predecessore Giorgio Napolitano: “Un messaggio essenziale, non retorico”.
Nelle cartelle lette dal neo Presidente le parole chiave hanno soddisfatto il sentimento di tutti i rappresentanti politici oggi presenti a Montecitorio, stando cioè attento a non far pesare la sua matrice cattolica delle sue radici. Ha parlato di giustizia sociale e di crisi economica, di Costituzione e di garanzie nell’attuazione della Carta, di terrorismo internazionale e di cultura dell’integrazione, di pace e non di guerra, di famiglia e di libertà di amore, dei nuovi volti e delle tante donne deputate, del valore della rappresentanza politica, della lotta alla corruzione e dell’esempio degli eroi antimafia Falcone e Borsellino.
E a parte il momento di “imbarazzo” per un foglio che il neo Presidente non trovava più, il passaggio più applaudito dall’emiciclo di Montecitorio è stato questo: “Nel linguaggio corrente si è soliti tradurre il compito del capo dello Stato nel ruolo di un arbitro, del garante della Costituzione. Ed è una immagine efficace. All’arbitro compete la puntuale applicazione delle regole. L’arbitro deve essere – e sarà – imparziale. I giocatori lo aiutino con la loro correttezza“.
Questo è il link del sito del Quirinale in cui è riportato il discorso integrale del neo Presidente della Repubblica. E qui c’è uno stralcio del messaggio:
Signora Presidente della Camera dei Deputati, Signora Vice Presidente del Senato, Signori Parlamentari e Delegati regionali,
Rivolgo un saluto rispettoso a questa assemblea, ai parlamentari che interpretano la sovranità del nostro popolo e le danno voce e alle Regioni qui rappresentate.
Ringrazio la Presidente Laura Boldrini e la Vice Presidente Valeria Fedeli.
Ringrazio tutti coloro che hanno preso parte al voto.
Un pensiero deferente ai miei predecessori, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano, che hanno svolto la loro funzione con impegno e dedizione esemplari.
A loro va l’affettuosa riconoscenza degli italiani.
Al Presidente Napolitano che, in un momento difficile, ha accettato l’onere di un secondo mandato, un ringraziamento particolarmente intenso.
Rendo omaggio alla Corte Costituzionale organo di alta garanzia a tutela della nostra Carta fondamentale, al Consiglio Superiore della magistratura presidio dell’indipendenza e a tutte le magistrature.
Avverto pienamente la responsabilità del compito che mi è stato affidato.La responsabilità di rappresentare l’unità nazionale innanzitutto. L’unità che lega indissolubilmente i nostri territori, dal Nord al Mezzogiorno.
Ma anche l’unità costituita dall’insieme delle attese e delle aspirazioni dei nostri concittadini.
Questa unità, rischia di essere difficile, fragile, lontana.L’impegno di tutti deve essere rivolto a superare le difficoltà degli italiani e a realizzare le loro speranze.
La lunga crisi, prolungatasi oltre ogni limite, ha inferto ferite al tessuto sociale del nostro Paese e ha messo a dura prova la tenuta del suo sistema produttivo.
Ha aumentato le ingiustizie.
Ha generato nuove povertà.
Ha prodotto emarginazione e solitudine.
Le angosce si annidano in tante famiglie per le difficoltà che sottraggono il futuro alle ragazze e ai ragazzi.
Il lavoro che manca per tanti giovani, specialmente nel Mezzogiorno, la perdita di occupazione, l’esclusione, le difficoltà che si incontrano nel garantire diritti e servizi sociali fondamentali.
Sono questi i punti dell’agenda esigente su cui sarà misurata la vicinanza delle istituzioni al popolo.
Qui il video della Camera dei Deputati:
Questo invece è tutto il cerimoniale della giornata:
– Sergio Mattarella viene scortato poco prima delle 10.00 dal palazzo della Consulta fino a Montecitorio, la sede della Camera dei Deputati.
– Davanti all’ingresso è accolto dai presidenti di Camera e Senato, entra nell’aula e giura. A giuramento avvenuto, il cannone del Gianicolo sparerà 21 colpi a salve.
– Mattarella tiene poi un discorso e in seguito incontra brevemente Matteo Renzi, il presidente del Consiglio, per un saluto.
– La Cerimonia si conclude con l’esecuzione dell’Inno Nazionale e il Capo dello Stato che passa in rassegna il reparto d’onore schierato con bandiera e banda.
– Lasciata la Camera, Mattarella si reca all’Altare della Patria per rendere omaggio al monumento del Milite ignoto e infine raggiunge il Quirinale.