L’anno scorso, a Pasqua, era stata sfiorata la tragedia, a Comiso: un uomo era stato arrestato dalla Polizia per aver tentato di ammazzare il proprio fratello a colpi di fucile, dopo un litigio che era scaturito per l’ennesima incomprensione tra i due uomini.
B.G. del 1940, non era però pago dell’arresto del fratello e appena qualche giorno dopo aveva iniziato a litigare anche con la cognata.
Un atteggiamento, dice la Polizia, andato avanti nel tempo: l’uomo, mai pago di quanto sino a quel momento aveva fatto, continuava nei suoi atteggiamenti da stalker nei confronti della cognata. Ora è stato arrestato.
Ecco la lunga ricostruzione dei fatti a cura del Commissariato di Comiso:
In particolare mentre si trovava alla guida della sua autovettura, tagliava la strada a quella condotta dalla cognata, costringendola ad arrestare la marcia; qualche giorno dopo entrava all’interno del terreno di proprietà del fratello e con la sua vettura si poneva obliquamente rispetto alla strada, impedendo il passaggio alla cognata; poi, dopo averle chiesto con rabbia notizie del fratello in carcere, la minacciava e la ingiuriava con le espressioni “Lui deve morie in carcere, tu sei una disgraziata e i tuoi figli sono bastardi. Te la farò pagare”; ancora, dopo avere fatto ingresso nel terreno circostante l’abitazione della donna ed, in particolare, in prossimità dell’impianto idrico di proprietà della stessa, all’intimazione rivoltagli dalla donna di andarsene, le rispondeva ingiuriandola e minacciandola “Tu te ne devi tornare al tuo Paese, tu sei una troia e i tuoi figli sono dei bastardi… il fatto che tuo marito è in carcere non è niente, lo devo colpire dove gli brucia di più”, lasciando il terreno solo dopo l’arrivo della Polizia; in diverse successive occasioni entrava all’interno del terreno di proprietà della persona offesa al fine di danneggiare l’impianto idrico e lasciare la donna e suoi bambini senza acqua; in ripetute altre occasioni la insultava e minacciava, anche in presenza dei figli minori che ormai erano anche loro terrorizzati dallo zio; l’uomo seguiva gli spostamenti della donna, pedinandola anche fino all’uscita della scuola dei suoi figli; in ripetute occasioni seguiva gli spostamenti della cognata e quando la stessa si soffermava a parlare con qualcuno, la offendeva dicendole che era una prostituta, che non aveva bisogno di corteggiatori e che i suoi figli erano dei bastardi; ad agosto dell’anno scorso entrava con un bastone all’interno del terreno di proprietà del fratello al fine di manomettere ancora una volta l’impianto idrico ivi esistente e, successivamente incontrata la cognata, le sorrideva in modo derisorio riferendole: “Tanto non mi puoi fare nulla”.
La donna impaurita da tali atteggiamenti persecutori ma non per questo disposta a tacere, sin dall’inizio aveva denunciato l’accaduto agli uomini della Polizia di Stato permettendo a questi di iniziare una attività di indagine volta a riscontrare quanto raccontato.
L’esame anche di alcune persone presenti ai fatti narrati dalla donna, permetteva di avvalorare la tesi formulata da quest’ultima, considerato che era necessario da parte dei poliziotti escludere qualsiasi tentativo di possibile vendetta da parte della cognata nei confronti dell’uomo che aveva fatto arrestare il marito.
Il comportamento ripetuto e reiterato del G.B. aveva ingenerato nella cognata un fondato timore per l’incolumità propria e soprattutto per quella dei due figli minori e l’aveva altresì costretta a cambiare le abitudini di vita, inducendola a limitare le uscite da casa per evitare di incontrare l’indagato.La ricostruzione dei fatti effettuata dagli investigatori della Polizia è stata valutata dal PM che ha richiesto al GIP l’emissione di una ordinanza cautelare nei confronti dell’uomo per atti persecutori; quest’ultimo, concordando con le risultanze dell’indagine aveva provveduto a comminare nei confronti dell’uomo quanto previsto dall’articolo 612 bis del codice penale (c.d. stalking) ed aveva disposto che l’uomo, fosse sottoposto alla misura del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla cognata, in particolare l’abitazione, il pozzo di sua proprietà e comunque di mantenere una distanza minima di 250 metri da qualunque luogo si trovi la donna.
Nonostante questo però B.G. mai pago per quanto sino a quel momento aveva fatto, continuava nei suoi atteggiamenti da stalker e in più occasioni, nonostante l’ordinanza del giudice, continuava a seguire o minacciare la cognata.Addirittura appena 10 giorni dopo la notifica del divieto di avvicinarsi, B.G. contravveniva all’ordine, per poi violarlo ancora il 16/11/2014 allorquando giungeva fino ad aggredire fisicamente la parte offesa, dopo averla ingiuriata e minacciata tanto da costringerla a recarsi al pronto soccorso e in ultimo il 2/12/2014 quando G. si presentava nella proprietà della persona offesa per eseguire un sequestro giudiziario e si avvicinava ancora una volta alla cognata.
Tali atteggiamenti che dimostrano la gravità delle violazioni commesse dal prevenuto, atteso che il G. contravveniva chiaramente alle prescrizioni irrogategli con il provvedimento cautelare del 14/08/2014, e che pertanto le sue condotte integrano chiari e gravi violazioni delle prescrizioni suddette, hanno permesso al Gip, a seguito delle segnalazioni effettuate dalla Polizia, di disporre l’aggravamento della misura non detentiva con la detenzione domiciliare.
Pertanto B.G. è stato arrestato dagli uomini del Commissariato di Polizia di Comiso e condotto agli arresti domiciliari ovviamente con il divieto ancora esistente di comunicar in qualsiasi modo con la cognata.