Difficile capire il senso dei lavori consiliari a Palazzo dell’Aquila. Il Consiglio comunale è tornato a riunirsi martedì sera (a distanza di 24 ore da una seduta ispettiva nella quale non si sono discusse interrogazioni), per affrontare un ordine del giorno ancora una volta privato del primo punto dalla richiesta in extremis del primo cittadino. Dei rimanenti quattro punti, due sono stati discussi e bocciati a suon di maggioranza. Il primo, relativo alla modifica dello Statuto Opera Pia (e con l’opposizione tutta fuori dall’Aula) , il secondo, relativo al Consorzio Universitario, presentato dalle opposizioni a maggio dello scorso anno.
Ci sarebbe da chiedersi effettivamente quanto rendono queste sedute alla città di Ragusa, sempre se esistesse un criterio di misurabilità in efficienza ed efficacia, argomento più volte portato in Aula ed in commissione dall’esponente di Movimento città Carmelo Ialacqua ma mai effettivamente affrontato da consiglieri e Amministrazione.
Andando con ordine, i lavori sono stati aperti come da consuetudine dalle comunicazioni iniziali. Centellinando i quattro minuti a testa concessi dal Regolamento, dagli scranni delle opposizioni sono arrivate diverse sollecitazioni all’Amministrazione, alle quali ha risposto l’assessore Salvo Martorana. Elisa Marino ha riferito di diverse segnalazioni da parte dei “commercianti del centro storico che nelle ore pomeridiane non si sentono sicuri, avendo ricevuto in più casi ‘visita’ da parte di mendicanti che con modi anche troppo arroganti chiedono soldi”. “Si dovrebbe intensificare l’attività di pattugliamento da parte della polizia locale” ha chiesto “in modo da tenere sotto controllo un fenomeno che sembra in preoccupante crescita”. Il Cinque stelle Gianluca Leggio ha invece riportato l’amara constatazione del prezzo di due lotti cimiteriali messi di recente all’asta dal Comune. “Per una costruzione definita in pessimo stato si chiedono oltre 2mila euro al metro quadro” ha affermato “una cosa che deve fare riflettere, un luogo ideato dai vivi per onorare i defunti che rientra in un meccanismo complesso di speculazione”. Le comunicazioni hanno preso una piega decisa con gli interventi del consolidato duo Migliore-Nicita, unite nell’azione politica che da mesi portano avanti intorno alla gestione del rifugio sanitario comunale. “Per fare luce su determinati aspetti della complicata vicenda” hanno dichiarato “avevamo chiesto copia dell’incartamento che ci è stato negato dagli uffici di questo ente. Un diniego motivato in base ad una legge che limita l’accesso agli atti anche ai Consiglieri in casi particolari e gravissimi, come il segreto di Stato per esempio. Fatto gravissimo che certamente non ci fermerà e sul quale torneremo a parlare dopo esserci rivolte agli Organi di competenza”. “Nessuno scandalo” ha replicato il capogruppo pentastellato Filippo Spadola “le parole delle colleghe mi lasciano basito. Basta leggere l’articolo 16, comma 1, lettera b, della Legge 15 del 2005 per capire che rientra tutto nella legittimità amministrativa dell’ente”.
Altra questione di rilievo è stata posta da Giuseppe Lo Destro che prende spunto dalla notizia dello stanziamento di 2 milioni di euro dai fondi ex insicem per l’incentivazione delle rotte per l’aeroporto di Comiso deciso dal commissario straordinario all’ex provincia di Ragusa. “Mi pare assurdo che un funzionario inviato dalla Regione” ha dichiarato “disponga di queste importanti cifre, in tutto 54 milioni di euro, frutto di oltre dieci anni di azioni politiche. E che ne disponga senza nessuna concertazione coi territori, senza nessun piano programmatico che ne giustifichi le scelte. Credo che questo ente, che rappresenta il territorio che più di tutti dovrebbe beneficiare dei fondi ex insicem, dovrebbe farsi sentire e dovrebbe coinvolgere anche questo Consiglio”. “Come assessore allo Sviluppo economico” ha risposto Salvo Martorana “sottolineo che ci batteremo affinché soldi rimangano nel nostro territorio e siano ben impiegati. Mi chiedo però in questi 10 anni cosa si è fatto? Gli amministratori precedenti, sia al Comune che alla Provincia, che cosa hanno fatto? Dove sono stati messi questi soldi per 10 anni, in quale banca e con quali interessi?”.
Per quanto riguarda i punti da discutere, come anticipato, è stato ritirato su richiesta del primo cittadino quello riguardante la “Sussistenza cause di incompatibilità del componente del Collegio dei Revisori dei Conti Alberto Depetro“, perché, ha spiegato Martorana alle opposizioni in polemica “l’incompatibilità con la nomina è decaduta nel momento in cui lo stesso De Petro ha rinunciato alla causa che aveva in corso con questo ente. Appena è arrivata la sentenza del Tar che ha dichiartoa estinto il giudizio, il punto all’ordine del giorno è automaticamente decaduto”.
Altra questione quella intorno alla proposta di Modifica dello Statuto Opera Pia – IPAB “Collegio Maria SS Addolorata Felicia Schininà”. “Proposta che”, ha dichiarato il vicepresidente Zara Federico, “arriva al Consiglio dal dirigente del settore in adeguamento ad indicazioni regionali”. Fatto contestatissimo dagli esponenti di minoranza che ne denunciano la gravità. “Nessun dirigente può proporre un atto a quest’Aula” ha tuonato Sonia Migliore “le delibere devono essere adottate dalla Giunta ma, in questo caso, l’Amministrazione si è comportata come Ponzio Pilato, lavandosene le mani”. In sostanza, come ha spiegato il capogruppo Pd Giorgio Massari, le modifiche richieste avrebbero limitato il potere di scelta dei componenti del consiglio di amministrazione agli enti locali, a tutto vantaggio della Regione. “Un cambiamento sostanziale e politico” ha affermato Massari “che non ci trova d’accordo”. “Il dirigente dovrebbe essere l’arbitro tra il Consiglio e l’Amministrazione” ha sottolineato Giorgio Mirabella “oggi diventa invece l’allenatore della Giunta. Se il dirigente può fare anche politica, allora dimezziamo gli assessori. Qua accade che i consiglieri rispondono come assessori, gli assessori si comportano come consiglieri ed i dirigenti fanno politica. Ma dove siamo?”.
L’epilogo ha visto, dopo una sospensione chiesta dalla maggioranza, bocciare il punto coi “no” arrivati dai Cinque stelle e Partecipiamo (14) e due astensioni (voti utili per mantenere appena il numero legale), con le opposizioni fuori dall’Aula.