Dopo sette anni, la crisi morde ancora. La Cna chiede aiuto ai deputati iblei

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A fronte di una crisi strutturale che parte dal 2008, la Cna costruzioni rilancia una piattaforma di richieste che prevede tra le priorità lo sblocco dei fondi per i programmi infrastrutturali e l‘abbattimento dei ritardi nei pagamenti della Pubblica amministrazione.

Il documento programmatico, presentato assieme alle altre associazioni di categoria dello stesso comparto, sollecita gli organi competenti a fornire risposte.
La piattaforma è stata inoltre inviata ai deputati nazionali dell’area iblea affinché portino avanti le richieste nelle sedi competenti.
“La priorità”, chiarisce il presidente provinciale della Cna costruzioni, Bartolomeo Alecci, “è il rilancio delle infrastrutture pubbliche. Il Governo ha già previsto il finanziamento di vari programmi infrastrutturali: rischio idrogeologico, scuole, fondi strutturali europei.
I documenti di programmazione economica e finanziaria prevedono, invece, un nuovo calo della spesa per investimenti nei prossimi anni. Occorre, quindi, dare maggiore certezza ai programmi annunciati e definire chiaramente dove, come e quando le risorse saranno impiegate”.

Sotto il profilo fiscale, invece, per la Cna costruzioni le priorità d’intervento riguardano lo “split payment, ossia il nuovo sistema chepone a carico delle Pubbliche amministrazioni il versamento dell’Iva relativa alle cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate nei confronti delle stesse.
“Sarebbe necessario”, ha aggiunto il responsabile provinciale della Cna costruzioni di Ragusa, Vittorio Schininà “un posticipo dell’entrata in vigore della disposizione, per consentire alle imprese un adeguamento dei sistemi di gestione amministrativa delle fatture emesse e per ottenere garanzia sul tempestivo rimborso dei crediti Iva che il meccanismo produce”.

La Cna costruzioni si sofferma inoltre sui ritardi di pagamento della Pubblica amministrazione, che continuano a determinare una situazione di sofferenza nel settore edile. “L’entrata in vigore della direttiva europea e le misure finora adottate dai vari Governi” ha sottolineato Alecci: “hanno avuto effetti positivi ma ancora troppo limitati.
Nel secondo semestre 2014 i tre quarti delle imprese di costruzioni registrano ancora ritardi”.

Come dare una risposta? Schininà suggerisce: “Si potranno pagare tutti i debiti pregressi con una misura ‘una tantum’ di consistente allentamento del patto di stabilità interno ed ancora con la modifica dell’articolo 117 del codice dei contratti pubblici, per favorire la cessione pro soluto dei crediti verso la Pubblica amministrazione”.

[ Fonte: La Sicilia ]