Hanno voluto rimarcare il proprio ruolo, determinante, nella complessa vicenda relativa all’Enaip di Ragusa che alla vigilia di Capodanno è stata oggetto della chiusura delle indagini della Guardia di Finanza di Ragusa, con il sequestro preventivo per circa 500mila euro.
Per questo i componenti della Fesica Confsal, con in testa il segretario provinciale Giorgio Iabichella e Valentina Spata, delegata alla formazione, hanno incontrato la stampa, insieme ai legali Marco Chimera del foro di Catania e Annalisa Gugliuzza del foro di Caltagirone.
“Qualcuno credeva che fosse tutto normale e tranquillo”, ha detto Valentina Spata, che ha ribadito la volontà del sindacato di costituirsi parte civile nel processo: “invece non era così. Ho fatto la segnalazione alla Regione nel marzo del 2012, a seguito delle lamentele dei lavoratori che non percepivano gli stipendi. E l’ispezione è terminata un anno dopo. Ed è stato in quel momento che abbiamo presentato una denuncia molto dettagliata alla Procura della repubblica sui cosiddetti corsi fantasma, e devo riconoscere che la procura iblea ha svolto un lavoro molto celere rispetto anche ad altre procure siciliane. Ci sono persone che devono prendere da venti a sessantamila euro, molte famiglie sono state costrette ad indebitarsi. Un danno che, come si può capire bene, non è stato solo economico ma personale. Ci hanno anche detto di avere portato sul lastrico l’ente, ma noi ci sentiamo con la coscienza a posto: si sarebbero appropriati di soldi pubblici, siamo fieri ed orgogliosi di avere denunciato. Ci sono altre irregolarità, come per esempio la cassa integrazione che non andava data e ci sarebbero state” prosegue la Spata: “anche ritorsioni. Chi ha fatto i decreti ingiuntivi è stato licenziato ingiustamente ed il giudice ci ha dato ragione. Ma c’è di più: perché questi dipendenti si sono trovati isolati anche da alcuni colleghi“.
La Spata mette in evidenza come i dipendenti e lo stesso sindacato siano stati lasciati soli: “Siamo stati rifiutati perfino dal presidente nazionale delle Acli quando è venuto a Ragusa e questo lo diciamo con grande rammarico. I dirigenti Enaip nazionali, tra l’altro, erano a conoscenza di tutto questo attraverso dossier, ma niente hanno fatto e questo secondo me è un atto gravissimo”.
L’avvocato Chimera ha sottolineato soprattutto le mancanze della Regione: “La formazione professionale è quell’illustre compito che lo Stato ha di formare i nostri giovani e quindi per essere più vicino al cittadino delega alcuni soggetti quindi gli enti. I titolari di questi enti, essendo esercenti di un servizio pubblico, fungono da pubblici ufficiali. Ebbene, in capo alla regione esiste un dovere assoluto di controllo anche attraverso la rendicontazione che gli enti devono presentare in ogni periodo. Succede che gli enti non presentino le rendicontazioni e non si sa come vengono spesi i soldi, la regione con assoluta superficialità ed in barba alle leggi, e soprattutto al dovere di controllo e verifica, non farebbe nulla. Ad un certo punto accade che la regione scopre che gli enti hanno fatto dell’altro con i soldi pubblici, e da qui cominciano i decreti di revoca“.
L’avvocato Gugliuzza ha ricordato le ultime tappe: “Ci siamo occupati di convocare l’assessorato alla Formazione e chiedere che i dipendenti fossero messi in mobilità a zero ore. Questo non è stato fatto. Al licenziamento è seguito anche il mancato pagamento del Tfr. Impugnando il licenziamento abbiamo anche contattato l’Inps e l’ispettorato del Lavoro che si sono attivati. Ma purtroppo la mobilità non è stata erogata né dall’ente né dalla regione, pertanto siamo stati costretti a prendere un’altra via che è quella dell’esposto penale”.