Per una serena gestione del rifugio, responsabili e volontari, avrebbero bisogno di quella copertura sanitaria sancita proprio da una legge regionale, che prevede assistenza h24, e che invece nel canile di Ragusa si riduce a 10 ore a settimana.
“Al momento”, dicono dal comitato diritti a 4 zampe: “nel canile ci sono tanti animali colpiti da gastroenterite, quindi con necessità di flebo in continuazione, e ci sono cuccioli, 7 trovati la notte di capodanno, che vanno allattati ogni 4 ore“.
Poi c’è il protocollo che la stessa amministrazione ha siglato nel 2013 con il servizio veterinario dell’Asp, per avere vaccinazioni e medicinali a disposizione degli animali: solo il 70 per cento del fabbisogno viene coperto.
A tutto il resto pensano i volontari: anticipano il cibo, le medicine, le cure, anche a quegli animali che hanno bisogno immediato di intervento medico, magari perché recuperati dopo un incidente stradale. Bisogna comprare crocchette, medicine, pagare veterinari, in attesa che poi tutto venga rimborsato.
Avere i medici a disposizione per più tempo, servirebbe ad effettuare le sterilizzazioni fondamentali per combattere il randagismo, che non poche preoccupazioni desta negli stessi volontari: “animali che non mangiano, affamati, possono diventare aggressivi; animali che si riproducono, e si muovono in branco, possono costituire un rischio per la cittadinanza”.
Non avere sensibilità per questi problemi, è indice di scarso senso civico, è chiaro. E dopo aver avuto “fatte le pulci” da guardia di finanza e polizia stradale, nel giro dell’ultimo anno, il comitato potrebbe chiedere che le pulci vengano fatte all’amministrazione comunale, per verificare se realmente ci sia o meno il rispetto delle leggi e dei protocolli in materia.
Un furgone con circa 30 cani è stato fermato dalla polizia stradale a febbraio del 2013, che ha effettuato tutti i controlli senza rilevare alcuna anomalia. Da aprile a settembre 2014, la finanza ha effettuato le sue indagini sulla documentazione del rifugio. Anche in questo caso nessun rilievo è stato fatto.
Ma nonostante questo, le adozioni sono state bloccate, perché l’amministrazione non ha voluto autorizzare il trasferimento degli animali, che avrebbero potuto trovare casa, al nord Italia.
Un indice di adozioni invidiabile, pari al 60% degli animali presenti, a fronte del 14,8% del tasso di mortalità, per lo scorso anno, nel canile rifugio. Esattamente l’inverso del canile privato, che registra il 60% di mortalità e il 15 di adozioni.
Per mantenere i servizi finora prestati, i volontari stanno organizzando varie iniziative per raccogliere fondi, tra questi il concerto del coro Armonia al teatro Lumiere di lunedì 5 gennaio.