Pugni e insulti alla convivente incinta, davanti al figlio. Arrestato un rumeno, recidivo

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Non si è fatto scrupoli ad aggredire la convivente al quinto mese di gravidanza davanti gli occhi impauriti del figlio piccolo. E, non contento, si è scagliato anche contro i poliziotti che erano intervenuti sul posto per riportare la calma, ferendone uno.

È successo tutto nella notte di Capodanno a Ragusa. Non erano ancora passate le dieci, quando N.M., 36enne rumeno, dopo un’abbondante bevuta, ha pensato bene di prendersela con la moglie, connazionale e coetanea, come già aveva fatto nel 2011 quando era stato arrestato.

La donna, al quinto mese di gravidanza, veniva prima insultata e strattonata, quindi, mentre cercava di sottrarsi all’ira del marito e nonostante l’intervento in aiuto di sua sorella, veniva colpita ripetutamente con pugni al volto.
Approfittando di un attimo di distrazione del marito violento, la donna è riuscita a chiamare il 113. Arrivati sul posto, i poliziotti trovavano le due donne ed il bambino piccolo inseguiti dall’uomo ancora in preda all’ira.

Anche alla presenza delle forze dell’ordine, l’uomo continuava a minacciare di morte i propri congiunti e gli stessi poliziotti, aggredendone uno e ferendolo in maniera lieve. Anche durante il trasporto in Questura il 36enne rumeno si scagliava contro l’abitacolo della volante procurandosi alcune ferite al volo.

La donna è stata portata all’Ospedale Civile dove ha poi trascorso tutta la notte, per essere sottoposta agli accertamenti necessari circa la sua salute e quella del bambino che porta in grembo. La donna veniva inoltre informata della possibilità di rivolgersi a uno dei Centri Antiviolenza del territorio della provincia.

Completati gli accertamenti di rito, N.M. è stato invece dichiarato in arresto per lesioni aggravate dallo stato di gravidanza e dalla presenza del figlio minore e di minacce gravi consumate nei confronti della propria convivente, il tutto ulteriormente aggravato dalla recidiva. Ed è stato anche deferito per i reati di minacce gravi, resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Adesso si trova rinchiuso nel carcere di Ragusa.