Calcio globale: da Ispica al Debrecen, con vista su Barcellona. La favola di mister Sena

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Gli allenatori “Made in Italy” all’estero sono diventati negli ultimi anni un “must”. Il calcio italico non starà atraversando il suo miglior periodo ma i tecnici hanno sempre il loro appeal. Ancelotti e Capello, Spalletti e Di Matteo ma anche Zola, Zenga e Lippi solo per citare i più famosi che hanno raccolto vittorie e consensi ovunque.

Tra di loro da qualche mese anche il nome di Eugenio Sena, 23 anni, ispicese che lavora nella formazione ungherese del Debrecen, una delle storiche formazioni del massimo campionato magiaro.
Eugenio, studente di Scienze Motorie, ricopre il ruolo di assistant coach nelle formazioni giovanili della società biancorossa che al suo attivo può contare ben 6 titoli di Ungheria vinti negli ulimi 10 anni.

La società conta molto sul settore giovanile, visto che solo tramite la valorizzazione dei giovani può autofinanziarsi, e quindi il ruolo ricoperto dal tecnico italiano è particolarmente delicato: “L’impatto con questa nuova realtà non è stato dei migliori. Ringrazio il fatto di aver avuto un passato da fuori-sede nel Nord Italia. Ma qui si fa più dura. Ricominci da zero. Vivi in un paese di cui non conosci la lingua, solo due persone su dieci parlano inglese. E in più devi farti una nuova vita e nuovi amici. Ammetto che per i primi quindici giorni l’idea che più mi frullava in testa era di mollare Ungheria e tornare in Italia. Sarebbe stata la scelta più facile e più comoda”.
Eugenio però ci prende gusto e si ambienta nella sua nuova realtà. Due allenamenti al giorno e poi riunioni tecniche con allenatori che sanno ascoltare i consigli che ha da dare.

Lui che è arrivato nella terra del grande Ferenc Puskas grazie al programma Erasmus per studenti di Scienze Motorie all’università di Pavia e che ora sogna in grande.
Con all’orizzonte due nuove, stimolanti avventure. “Quando chiuderò la mia esperienza qui in Ungheria mi aspettano due grandi squadre. Andrò infatti a svolgere uno stage nel PSV Eindhoven in Olanda e poi addirittura nella cantera del Barcellona, il massimo che un giovane come me può sognare”.