Nei giorni delle festività natalizie, le Fiamme Gialle ragusane hanno intensificato l’attività investigativa su tutto il territorio della provincia, prestando particolare attenzione al commercio di prodotti contraffatti o non sicuri, come quelli venduti senza le indicazioni di provenienza. Così sono arrivati al sequestro di un’enorme quantità di luci di Natale “made in China”. Ecco i dettagli nel comunicato stampa:
I finanzieri sono stati impegnati in una serie di interventi ispettivi finalizzati ad accertare gli standard di sicurezza delle luminarie natalizie, in mancanza dei quali potrebbero risultare potenzialmente nocive.
Spesso dietro ad un’apparente occasione di risparmio, si nascondono frodi che possono diventare anche pericolose per l’incolumità degli ignari consumatori: gli articoli sottoposti a sequestro dai militari della Guardia di Finanza di Ragusa, recanti l’attestazione del “Made in China” e con il marchio CE contraffatto o alterato, erano confezionati con materiali di scarsa qualità e ad alto rischio di incendio, inoltre non rispettavano le garanzie di sicurezza previste dalle vigenti normative per il materiale elettrico.
Durante le operazioni di servizio, è stato accertato che i prodotti da illuminazione natalizia (catene luminose), non erano rispondenti pienamente a quelle che sono le indicazioni normative (Apparecchi di illuminazione – Catene luminose) e con l’indicazione della marcatura del grado di protezione contro la penetrazione di polvere di umidità (IP) non era conforme a quello specificato sulla scatola.
Secondo le istruzioni d’uso riportate sulle confezioni, le luminarie potevano essere impiegate per uso esterno ma in realtà contenevano degli accessori – tra cui il cavo di alimentazione e la spina della corrente – utilizzabili esclusivamente all’interno.Sono state sottoposte a sequestro penale e amministrativo nr. 2.345 confezioni di luci natalizie, nonché nr. 204 fra piccoli elettrodomestici, prolunghe elettriche e accessori per la telefonia, mentre i responsabili delle violazioni sono stati deferiti alla locale Procura della Repubblica.