Cinque menu natalizi, cinque diversi modi di intendere il Pranzo per eccellenza (con la P maiuscola).
Un momento che ci parla del passato, perché tutti ricordano le grandi tavolate coi nonni, i cugini e l’attesa dei regali. Un’occasione che ci mette a tu per tu con il presente, perché dopo un anno ci ritroviamo comunque accanto alle persone che contano.
Una giornata che inevitabilmente ci proietta al futuro, consegnandoci quello che siamo e promettendoci lo slancio di essere quello che vogliamo.
Il pranzo di Natale (che secondo la Coldiretti 9 italiani su 10 magnificheranno a casa, spendendo – in media – 109 euro a famiglia) parla anche di questo, inevitabilmente con il cibo, coi piatti scelti e preparati con fatica.
Cosa troveremo quindi a tavola?
Sicuramente il menu tradizionale, che per i ragusani legati alle consuetudini non può che comprendere il maiale. Nei giorni a ridosso del Natale infatti, nelle masserie degli iblei si macellava il maiale, animale che, accudito e governato per lunghi mesi, garantiva l’economia alimentare della famiglia per l’intero anno.
E quindi, gelatina, salsiccia, “frittili”, costate ripiene e, per i più forti, anche i “feddi”: fette di pane raffermo appena bagnate e fritte nella sugna. Il menu tradizionale comprende inoltre scacce e “sfuogghiu” (una torta salata, di pasta preparata con farina, uova, lievito, sugna e sale, farcita con ricotta e pezzetti di salsiccia).
Immancabile, infine, il baccalà, nelle varianti fritto in pastella o lessato e condito in insalata.
Tra i dolci, ovviamente: torrone e la giuggiulena (o cubàita, che oltre a mandorle, zucchero e miele comprende i semi di sesamo), “aranciata” (ovvero scorze d’arancia glassate), “a’mpagnuccata” (palline di pasta ottenute da uova, farina di grano duro e zucchero, bagnate nel miele e servite su foglie di limone) e i “mucatoli” (biscotti con mandorle arance e miele).
Ci sarà chi opta per un menu natalizio più sofisticato, il cui piatto per eccellenza è il tacchino ripieno: un classico della cucina internazionale che soddisfa tutti i palati. Da affiancare ad una insalata variopinta, oppure a verdura di stagione saltata in padella con burro. Per la prima pietanza, se si è abbastanza spericolati da scegliere una pasta in brodo per un pranzo affollato, non si sbaglia certo abbinamento.
Altrimenti, senz’altro più comoda una pasta al forno magari con verdure e besciamella, oppure una pasta ripiena servita con un sugo leggero di carne. Arrivati al dolce, spazio al panettone farcito.
Le vetrine delle pasticcerie traboccano di gustose varianti, dalla crema e frutta al cioccolato e mascarpone.
Per chi non bada a spese, e quindi può permettersi lussuosi pranzi di Natale, la scelta migliore è quella di concedersi un pranzo in ottimo ristorante. E il territorio ragusano abbonda di locali guidati da chef stellati pronti a deliziare i palati con piatti sfarzosi che, nelle più gradite ipotesi, reinterpretano cibi della tradizioni rivestendoli di nuovi sapori e colori.
I pranzi sontuosi non comprenderanno, quindi, salmone, aragosta, champagne, caviale o foie gras, ma si concentreranno sui prodotti siciliani di pregiata qualità, all’altezza di soddisfare anche i più esigenti gourmet.
Se si deve fare i conti con un budget ridotto, ci sono ovviamente ottime varianti che non lasceranno a pancia vuota i commensali. Spazio alla pasta al forno o ai timballi di riso.
Ragù, prosciutto cotto, mozzarella, piselli, formaggio grattugiato e uovo sodo i più classici dei condimenti. Il secondo piatto può comprendere il cotechino, magari in crosta di patate con lenticchie.
Oppure un polpettone di carne ripieno, al forno con patate. Tra i dolci, qualcosa di preparato in casa: si risparmia e spesso si presenta in tavola un piatto più buono. Tiramisù, crema al mascarpone o comunque un dolce al cucchiaio è l’ideale. Facile da fare ed elegante da servire.
La nostra offerta di tavole natalizie termina con la variante cruelty free. Ci sarà qualcuno che riuscirà ad imporre ai parenti una scelta vegana?
Il menu potrebbe comprendere un nobile risotto ai porcini, per esempio, guarnito con verdurine croccanti e crema di noci. Per il secondo piatto, rigorosamente vegetale, spazio ad arrosti di seitan o soia, arricchiti da contorni di verdure al forno e insalata di finocchi, arance, radicchio e melograno.
Anche i dolci non sono un problema. A fianco a quelli della tradizione, come il torrone per esempio, si può pensare ad una crema vegetale all’arancia e cannella, con mandorle tostate e scaglie di cioccolato extra fondente.
Oppure una torta di semolino, servita con marmellata e panna di riso. In commercio esistono in ogni caso diverse alternative, utili a chi non riesce a cucinare ma vuole comunque provare a festeggiare il Natale con un pranzo vegetale al cento per cento.