“I sindacalisti facciano il lavoro dei sindacalisti, anziché giocare di retorica su un Comune che sta facendo del proprio meglio proprio su quel fronte di cui dovrebbero occuparsi maggiormente: la tutela del lavoro e dei lavoratori”.
Così il sindaco Ignazio Abbate stronca, letteralmente, le durissime accuse che gli sono state rivolte da parte della Camera del Lavoro cittadina, a proposito principalmente dell’incertezza della situazione finanziaria, con un Piano di Riequilibrio che attende ancora il responso definitivo della Sottocomissione per le finanze degli enti locali del Ministero dell’Interno e le valutazioni della Corte dei Conti, oltre che delle “spese pazze” dell’Amministrazione e e soprattutto del ricorso giudicato eccessivo – per oltre 17 milioni, con oltre 800 mila euro di interessi da pagare – alle anticipazioni di Tesoreria.
“Paradossalmente” aveva dichiarato anche il segretario generale della Cgil di Ragusa Giovanni Avola – nell’unico dei Comuni della provincia in cui, con la precedente Amministrazione, eravamo riuscititi davvero a incidere nel determinare un proficuo percorso di risanamento, oggi assistiamo ad una politica della spesa che continua a essere dissennata“.
“Ma la Cgil”, replica appunto Abbate: “si preoccupi di fare il sindacato e non di fare politica. E si ricordi che da 16 mesi noi paghiamo con puntualità sia gli stipendi ai dipendenti comunali, sia gli stipendi ai lavoratori che dipendono indirettamente dal Comune, sia le ditte fornitrici. Questo sta spingendo i privati ad avere fiducia nel Comune e posso assicurare che alla fine del 2014 il Comune di Modica risulterà la prima stazione appaltante della provincia“.
“Per quanto riguarda il Piano di riequilibrio” chiarisce infine Abbate: “i consiglieri comunali sono informati del fatto che il Ministero ci ha chiesto di ripresentare un documento che accorpi le varie rimodulazioni approvate in Consiglio comunale, con particolare riferimento a quelle rese necessarie dall’arrivo delle due anticipazioni di liquidità da parte della Cassa Depositi e Prestiti. Questo è un buon segno, perché vuol dire che il Piano non presenta problemi e che l’iter sta andando avanti regolarmente: per il resto sono molti i Piani che restano bloccati, ancora in attesa di approvazione, in tutta Italia, ma dall’esito delle audizioni avute siamo fiduciosi che arriverà l’approvazione”.
Unica strada, peraltro, per evitare il dissesto.