Le maestre avevano segnalato subito il fatto ai carabinieri, ma la scuola – come ha sempre fatto finora – non aveva fatto trapelare nulla, impegnandosi solo ad aiutare i bambini a vivere in maniera quanto più serena possibile questa difficilissima situazione. La questione è legata alla presunta consegna di alcune fascette proprio alle maestre, pare da parte della mamma di Loris. “Secondo quanto mi hanno raccontato le maestre, la mamma di Loris – spiega la preside della scuola Falcone – Borsellino, Giovanna Campo – quando sono andate a trovarla per farle le condoglianze, avrebbe consegnato loro delle fascette”. Queste pare avrebbero fatto parte di un lavoro-esperimento, non concluso a scuola. La preside, però, spiega: “Sono oggetti pericolosi e nessuno ne ha portate in aula, hanno risposto le maestre”. Non esiste alcun legame, al momento, tra queste fascette e l’arma servita per uccidere il bambino. Come chiarisce invece l’avvocato della famiglia, Francesco Villardita, la donna ha dato l’autorizzazione alla Polizia di fare accertamenti sul Gps della sua auto per ottenere dati utili. “La mamma di Loris ha autorizzato volontariamente l’acquisizione del Gps – ha detto il legale di Veronica Panarello, l’avvocato Francesco Villardita – che era stato installato nella sua auto nell’ambito di un contratto stipulato con la compagnia assicurativa. Non è stato sequestrato, così come la Polo: è acquisito, con relativo verbale, agli atti dell’inchiesta perché la mia assistita non è indagata. Ed è estranea ai fatti”. Questa mattina, intanto, è tornato in piazza il cacciatore che ha ritrovato il corpo del bambino. Ai giornalisti che assediano la piazza ha detto di non poter dire per rispetto delle indagini in corso, ma ha ribadito di essere tranquillo.