La scelta, arrivata all’unanimità, dopo una assemblea straordinaria auto convocata martedì mattina presso l’istituto di Vittoria.
Le motivazioni degli studenti si leggono nella nota appena inviata:
In tutta Italia dal 17 novembre si è aperto il periodo di mobilitazione all’interno delle scuole con autogestioni e occupazioni. In questi ultimi due mesi siamo scesi in piazza contro la riforma sull’istruzione Renzi-Giannini, la “Buona Scuola” che prevede un’assurda competizione tra scuole migliori e scuole peggiori promettendo finanziamenti da enti privati solamente alle scuole che avranno totalizzato piú punti, innescando cosí un deleterio concetto di competizione che influisce negativamente sia su docenti che su studenti.
Siamo scesi in piazza contro una legge di stabilità che prevede tagli per la scuola pubblica pari a 470 milioni di euro l’anno per un totale in tre anni di un miliardo e 411milioni. Abbiamo,ancora, protestato contro la riforma sul lavoro, il Jobs Act che di fatto regolarizza la condizione di precariato. Ma non abbiamo contestato e basta: noi non ci stiamo alle accuse di chi oggi dice che gli studenti sono senza idee per cambiare la propria scuola e il Paese intero.
Abbiamo deciso di portare la nostra protesta all’interno di un liceo dal quale ci aspettiamo di uscire culturalmente ed eticamente formati per immetterci nel modo dell’università e conseguentemente per assumere un’occupazione nel mondo del lavoro. Vogliamo uscire da qui e avere il diritto di realizzare i nostri sogni. Ma qui la domanda sorge spontanea. Quali sono i mezzi che realmente ci permettono di avere certezze sul nostro futuro? Cosa sta combinando quella sorda classe dirigente, che dietro false maschere e finto teatrini continua a fare i comodi dei pochi lasciando i molti in condizioni di degrado? Siamo stanchi di pagare anni e anni di politiche sbagliate e siamo stanchi di essere ignorati. È ora di attivarci.
È arrivato il momento di unire tutti coloro che pagano sulla propria pelle le politiche di un governo che pensa a soddisfare gli interessi delle banche invece di affrontare ad esempio, il dramma della disoccupazione giovanile e della precarietà, diventi ormai costanti nel nostro Paese. Ora che la falsa consultazione del governo sulla scuola è finita, dimostriamo che la vera consultazione inizia adesso, nelle nostre assemblee e nella nostra occupazione. Costruiamo una scuola alternativa dal basso, mettendo al centro della partecipazione il protagonismo attivo degli studenti partendo dai disagi che ogni giorno viviamo venendo a scuola.
Occupando il nostro liceo non ci priviamo del nostro diritto allo studio, come alcuni hanno affermato, ma bensì lo rivendichiamo producendo cultura e informazione. La lotta é dura, ma non ci fa paura!