Calcio, a tu per tu con Fabio D’Agosta. Nessuno è profeta in patria

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Il personaggio della settimana è Fabio D’Agosta da Vittoria.

29 anni, una vita passata a far impazzire le retroguardie avversarie, un soprannome, “Pocho”,  che lo accosta per caratteristiche all’ex napoletano Lavezzi, un cuore biancorosso ma un presente a tinte azzurre.
In estate è stato chiamato per far parte del Dream Team siracusano per “uccidere” questo torneo di Eccellenza. Dopo un avvio non esaltante il Siracusa, e Fabio D’Agosta, stanno ora attraversando un ottimo periodo come dimostrano i tre gol segnati nelle ultime due partite.

Partiamo subito dal tuo periodo positivo. Cosa è cambiato rispetto all’inizio di stagione?
È cambiato il fatto che non ho avuto problemi fisici, niente pubalgia. È vero che qua ci sono molte più pressioni sull’ambiente, però un calciatore è spinto ad allenarsi sempre al massimo. Ora anche i tifosi si stanno riavvicinando alla squadra nonostante le critiche ci siano sempre. Ma sappiamo quanto il pubblico siracusano possa essere esigente, noi dal canto nostro stiamo cercando di conquistarli con i risultati.

Come hai affrontato la partita con il Vittoria che per te non può mai essere uguale alle altre? E cosa hai pensato dopo la doppietta?
Sicuramente è una partita a parte. Già l’anno scorso ero molto teso quando sono tornato con la Tiger. Ma sono un professionista e durante la partita devo abbandonare le emozioni.  Purtroppo alcuni supporters vittoriesi hanno interpretato male la mia partita e si sono lamentati del fatto che io abbia battuto il rigore solo perché voglio male al Vittoria. A fine gara sono andato a salutare i tifosi  che invece  mi hanno mandato via malamente, un gesto che mi ha fatto molto male. L’anno scorso mi avevano applaudito anche dopo che avevo segnato, quest’anno i gol fatti con il Siracusa non sono andati giù. Però devono capire che a Siracusa la concorrenza è tanta. Siamo sei attaccanti, tutti fortissimi, che sgomitano per farsi notare. Ognuno di noi cerca di cogliere le chances che gli si propongono. Mi dispiace tantissimo perchè io tengo tanto al Vittoria ma gioco per il Siracusa e fin quando starò qua darò il massimo per questa maglia.

Facciamo le carte alle tue ex squadre. Cominciamo proprio dal Vittoria
È una squadra molto forte che basa la propria forza sul carattere. E’  già attrezzata per vincere l’eccellenza e se a dicembre faranno qualcosa sul mercato saranno pericolosissimi. Hanno poi un allenatore che riesce a tirare fuori tutto dai propri giocatori e sul campo i risultati si vedono.

A Comiso non stanno passando un bel periodo dopo che il presidente ha consegnato la squadra al sindaco.
Ho letto che c’è un po’ di confusione. Mi dispiace tanto.  È  sicuramente un anno di transizione,mi auguro  che qualcuno prenda la società per riportarla in Eccellenza  dove merita di stare una società come il Comiso. Quando non c’è certezza in società purtroppo non è facile allenarsi e giocare, da qui la difficoltà in questo inizio di stagione.

L’ultima tua esperienza a Brolo si è conclusa con una storica promozione, anche lì alti e bassi in questa stagione.
Quella giallonera è una società che è tra le più attrezzate a livello societario in tutta la Sicilia. L’anno scorso mi sono trovato benissimo. È una neopromossa che sta soffrendo il salto di categoria ma anche lì penso che a dicembre sistemeranno qualcosa e potranno salvarsi tranquillamente. Io dovevo rimanere poi mi hanno detto che volevano costruire una squadra da budget ridotto e con giocatori del messinese. Poi forse anche Bellinvia non mi vedeva più di tanto visto che la sua visione di calcio prevede prima non prenderle e poi attaccare. In ogni caso è arrivata la chiamata del Siracusa che è sempre un salto in avanti.

Come finirà questo torneo di Eccellenza?
Mi auguro naturalmente di vedere il Siracusa vincere. Bisogna vedere se non ci saranno altri problemi societari, vedi Misterbianco, a scombussolare gli equilibri. Vedo favoriti noi, il Vittoria e il Milazzo con Scordia e Modica che daranno fastidio fino alla fine.

Ti rivedremo in maglia biancorossa?
L’ho detto sempre, voglio chiudere la mia carriera a casa. Per ora non ci penso perché purtroppo ho perso il mio lavoro a Vittoria e quindi devo vivere con il calcio. Giocando a Vittoria questo non è possibile e quindi a malincuore ho dovuto abbandonare la mia città. Quando avevo un lavoro anche se non mi pagavano per giocare a calcio ci potevo anche stare perchè avevo come mantenermi. Ma ora questo è impossibile e quindi devo pensare alla mia vita prima che alla mia carriera.

Un’ultima battuta. Da grande interista come vedi il cambio di allenatore alla vigilia del derby?
Per favore non parliamo di Inter. Nello spogliatoio mi tormentano tutti. Ora per fortuna abbiamo cambiato allenatore prendendo Mancini che è il top. Sono convinto che sia un ottimo cambio, Mazzarri cercava sempre troppe scuse e non ha mai avuto l’onestà di riconoscere la sconfitta. Ora pensiamo a battere il Milan, per la mia tranquillità e per andare a prenderci questo benedetto terzo posto.