Lo amano tutti i modicani, sin da quando erano piccoli, dato che con i suoi gelati ha rifornito intere generazioni di merende.
Tutti tranne, a suo dire, i Vigili Urbani della città, con cui Giorgio Di Rosa – per tutti, semplicemente, Don Giugginu – sembra aver ingaggiato un vero e proprio braccio di ferro ormai da tempo.
Da quando, in particolare, nel 2011, gli capitò di dover lasciare il suo “mitico” furgoncino dei gelati, l’inconfondibile Fiat Fiorino che lo accompagna da vent’anni, in divieto di sosta per poter comprare delle medicine in farmacia. “Per meno di cinque minuti”, sostiene lui: “Lo testimonia la differenza tra l’ora del verbale e quella dello scontrino”.
Tutti “pizzini” che Don Giugginu conserva gelosamente per potersi difendere. “Quello è stato l’inizio, ma la verità è che da allora non ho più avuto pace e ora non so come fare. Tutto quello che chiedo è di poter continuare a fare il mio lavoro”, racconta Don Giugginu che, a 83 anni suonati, continua a produrre “Gelati e granite”” come nel titolo del docufilm che gli ha dedicato il regista Ivano Fachin – e a partire tutte le mattine con i suoi giri.
E non si rassegna non solo ai “limiti” che gli vengono imposti un po’ per l’età e un po’ perché le regole si devono pur rispettare, ma soprattutto alle “ingiustizie” di cui si ritiene vittima.
Da che parte stia la verità, probabilmente lo si potrà decidere solo in Tribunale, dato che nel frattempo – pochi giorni dopo l’episodio della farmacia – Don Giugginu è incappato in una denuncia proprio da parte dei Vigili Urbani per violenza e resistenza a pubblico ufficiale nei confronti degli agenti che lo hanno sottoposto a controllo e gli hanno impedito l’accesso al mercato rionale di contrada Caitina.
Un divieto motivato dal fatto che non sarebbe in possesso delle autorizzazioni che il Comune rilascia agli ambulanti.
“Ma io vado al mercato del giovedì da sessant’anni, perché non mi devono fare entrare?”, non si dà pace Don Giugginu, che proprio per questa ragione è intenzionato a rivolgersi direttamente al Prefetto di Ragusa per rivendicare quelli che considera i propri diritti.
“Hanno detto troppe falsità, mi hanno fatto perdere la dignità”, protesta ancora Don Giugginu che, tra le altre cose, non può dimenticare le amare conseguenze di un incidente avuto l’anno scorso con una ragazza a bordo di un motorino: “Mi hanno persino accusato di omissione di soccorso. Ma, a parte che io non avevo nessuna colpa, come dimostrerò nelle sedi opportune, io me ne sono andato solo dopo essermi accertato che la ragazza stesse bene“.
Anche in questo caso la dinamica è ancora da accertare, fatto sta che dopo quell’episodio a Don Giugginu è stata tolta la patente e lui, pur di non arrendersi, è stato costretto per tanti mesi a farsi accompagnare da un autista: “Praticamente gli davo tutto quello che guadagnavo, pur di non fermarmi. E non si può sapere quanti soldi mi è costato fare tutti i controlli medici per riavere la mia patente”.
Ora la patente Don Giugginu ce l’ha di nuovo, quello che chiede è di poterla usare per andare a vendere i gelati dove ha sempre fatto: “Chiedo che mi facciano entrare al mercato e allo stadio, quando ci sono le partite, dove sono sempre andato. Guadagno già così poco con il mio lavoro che, se me lo impediranno ancora, mi rovineranno”.