Con 52610 voti, la storia tutta “modicana” de “La casa di Toti” è stata, tra le otto finaliste, la più votata online sul sito del concorso Nati Per Proteggere indetto da Axa.
Non abbastanza, purtroppo, per vincere i 50mila euro in palio: il regolamento, infatti, parlava chiaro, specificando che l’attribuzione finale del premio sarebbe avvenuta tenendo in considerazione sia le risultanze della votazione attraverso il sito sia quelle della valutazione di una giuria nominata da Axa.
Muni Sigona, la coraggiosa mamma modicana che proprio nella sua città di origine, in una villa di contrada San Filippo, vorrebbe realizzare un albergo etico per ragazzi affetti da disturbi psichici come suo figlio, ha ricevuto l’invito alla serata di premiazione che si svolgerà il 3 dicembre a Milano, ma è già stata avvisata che la giuria ha attribuito il premio ad un’altra delle storie finaliste.
Non manca, nelle sue parole, una punta di amarezza: “Anche perché” ricorda “a fronte della partecipazione di molte associazioni, non è stato certo facile per una famiglia, con le proprie forze, raggiungere un così elevato numero di voti, potendo contare solo su una straordinaria catena della solidarietà che nel corso delle settimane è andata facendosi sempre più ampia”.
Ma, come non si è arresa per tutto questo tempo, Muni Sigona continuerà a non arrendersi: “L’amore è tutto ciò che mi occorre per lottare, abbiamo lottato coesi per realizzare un sogno, per costruire una vita più autonoma, una vita speciale per i nostri ragazzi speciali”, dichiara, confermando che – anche senza questi 50 mila euro – il suo progetto non si fermerà. L’idea è quella di trasformare la villa di famiglia in un albergo gestito da ragazzi affetti da particolari disagi, in cui possano essere accolti e a loro volta accogliere ospiti sensibili.
“È tutto molto difficile, ma non mollerò”, racconta: “perché il nostro progetto è cresciuto anche grazie a questa solidarietà e, a prescindere dall’esito del concorso, ci siamo già rimessi al lavoro per fare i passi giusti per costituire un’associazione e provare a raccogliere fondi.
Abbiamo già organizzato per il 13 dicembre un evento di solidarietà a Catania, con una tombola e una sfiatata di magliette disegnate da Toti e da altri ragazzi.
Proprio a Catania, Muni lavora in una industria farmaceutica. Con il marito Michele, 45 anni, insegnante, si avvicenda nella gestione di Toti e anche “per poter stare insieme a Felice di 12 anni, il più piccolo della famiglia”.
Attraverso la nostra pagina Facebook, nuovo canale per comunicare con tutti coloro che ci sostengono, continueremo a raccontare il progetto della Casa di Toti”.
Come funzionerà l’albergo etico? “Ci saranno anche professionisti veri del settore e tutor specializzati“, dice mamma Muni. “Ma ognuno dei nostri ragazzi ha le abilità giuste da mettere al servizio degli altri. Toti è un genio al computer e non avrebbe problemi a occuparsi di cose come il check in o il check out. Damiano, uno dei suoi amici, è uno specialista a fare i caffè e potrebbe stare al bar. Si tratta” sorride: “di costruire modelli nuovi e un futuro diverso e migliore”.
La sfida di Muni e Toti non è ancora finita. Ecco il video: