L’unica conseguenza di tutte le polemiche che hanno riguardato il rinvio del Consiglio comunale per ben tre sedute (a causa dell’assenza dei consiglieri “abbatiani”) e il ruolo del Presidente Roberto Garaffa, politicamente sfiduciato da quella maggioranza che lo aveva letto nel luglio del 2013, al momento è stata la dichiarazione di indipendenza del consigliere Andrea Caruso, fino a ieri capogruppo di una delle due liste che sostengono il sindaco, Fare Modica.
“Una decisione ormai doverosa per me”, ha spiegato Caruso in aula: “Da troppo tempo non condivido, per la verità più nel metodo che nel merito, le posizioni del mio gruppo. E dato che in più di un’occasione ho rischiato di mettere anche a disagio i colleghi per via del mio comportamento di frequente contrastante, non ritengo di poter più appartenere a questo gruppo e per di più nel ruolo di capogruppo”.
Caruso era stato l’unico consigliere due volte assente giustificato e una volta presente ai tre appelli a cui gli altri sedici consiglieri della maggioranza non avevano risposto, la settimana scorsa. E aveva già avuto occasione di prendere pubblicamente le distanze dall’altro capogruppo della maggioranza, il rappresentante della lista “Modica 2013 Ignazio Abbate sindaco”, Piero Covato, quando aveva diramato alla stampa l’ennesimo durissimo attacco al presidente Garaffa: “Non condivido assolutamente tale metodo né consento ad alcuno di interpretare il mio pensiero e fare le mie veci sia in privato sia in pubblico”.
A parte questo passaggio, certamente non indolore per la maggioranza (anche se una dichiarazione di indipendenza dal gruppo non equivale automaticamente ad una dichiarazione di indipendenza dal sindaco), che tuttavia lascia Abbate sereno di poter continuare a contare su un “esercito” fedele di almeno sedici consiglieri, ieri sera l’unico braccio di ferro si è consumato intorno ad una questione formalmente importante ma sostanzialmente irrilevante: la priorità dei punti all’ordine del giorno.
Il capogruppo Covato ha chiesto infatti di spostare in fondo all’ordine del giorno le interrogazioni e anticipare invece gli altri cinque punti, tra cui c’erano quattro varianti al Piano regolatore generale. Uno, in particolare, aveva ieri una certa priorità, ovvero la variante al Prg relativa alla destinazione di un terreno in contrada Gisirella, per la realizzazione di una Chiesa evangelica: l’Aula, infatti, era affollata da un gruppo di cittadini interessati al progetto.
“Ma”, ha polemizzato subito, dai banchi dell’opposizione il consigliere Vito D’Antona: “premesso tutti i punti sono importanti, che riguardino uno solo o mille cittadini, come fa la maggioranza a dire che c’è un’urgenza su quest’ordine del giorno, quando ha saltato ben tre sedute? Questi stessi cittadini sappiano che chi stasera è seduto dall’altra parte dell’Aula e sostiene l’urgenza del punto che li riguarda, in occasione delle precedenti convocazioni ha deciso volutamente di non partecipare ai lavori”.
“Ma in quelle occasioni”, ha ricordato dalla maggioranza Luigi Giarratana: “era stato chiesto al presidente del Consiglio il rinvio, motivato dall’assenza del sindaco”. “La presenza del sindaco non è necessaria”, ha ribadito ancora una volta dall’opposizione il consigliere Andrea Rizza, mentre Giovanni Scucces e Carmelo Cerruto si sono detti disponibili ad anticipare al massimo il solo punto in questione e comunque dopo la discussione delle interrogazioni.
Ai voti, i sedici della maggioranza hanno comunque avuto la meglio e il Consiglio ha avviato l’esame dell’ordine del giorno proprio dal punto relativo alla variante per la Chiesa evangelica di contrada Gisirella.