Sono due fratelli italiani e due romeni i soggetti denunciati dalla Polizia di Vittoria perché ritenuti autori di un violentissimo pestaggio ai danni di un romeno di 34 anni.
I fatti si sono svolti alcuni giorni fa, ma le indagini sono state complesse e difficili, come sempre quando si tratta di fatti violenti che si verificano nelle zone rurali e vedono coinvolti soggetti stranieri.
Il resoconto delle indagini nel comunicato del Commissariato di Vittoria:
Era circa la mezzanotte del 21 ottobre quando una guardia particolare giurata telefonava al centralino del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Vittoria avvisando della presenza di una persona riversa a terra, priva di sensi, in via Cascino, nei pressi della statale.
Le Volanti del Commissariato raggiungevano immediatamente il sito e trovavano effettivamente un uomo con evidenti tumefazioni e sanguinamenti al volto. Immediata era la richiesta dell’ambulanza del 118 che trasportava il malcapitato presso il pronto soccorso.
In Ospedale la persona era identificata per un soggetto romeno di 34 anni che ripresi i sensi e ricevute le prime cure era a malapena in grado di descrivere e riferire che era stato scaraventato fuori dall’auto in corsa dal suo stesso datore di lavoro, un italiano di 38 anni. Era terrorizzato e riferiva di temere per la sua vita, di essere stato percosso dai suoi datori di lavoro e da due connazionali.
Successivamente era sottoposto ad accertamenti clinici e solo l’indomani mattina era possibile interrogarlo più puntualmente.
Emergeva così che presso la campagna in cui aveva lavorato, di proprietà di due fratelli vittoriesi, il 34enne di cui s’è detto e un 49enne, era stato percosso dai due e da suoi connazionali.
La spiegazione fornita dalla vittima circa i motivi di tale violenza ricevuta erano da ricondurre al fatto che l’uomo, sposato con una figlia, stava vivendo momenti familiari difficili e le due donne si erano allontanate ed erano andate ad abitare con dei connazionali amici. Lui, per due volte aveva tentato di convincerle a tornare sotto il tetto familiare, la terza volta aveva addirittura tentato di riprenderle per riportarle in Romania definitivamente, a suo dire come già programmato da tempo. Le donne avevano invece sempre mostrato riluttanza a tale decisione ed all’ennesimo tentativo prevaricatore dell’uomo, erano sopraggiunti i suoi datori di lavoro ed erano intervenuti gli amici che le ospitavano. I quattro uomini lo avevano violentemente bastonato, poi caricato in auto e “scaraventato” dall’auto in movimento là dove era stato ritrovato.
Tale versione era tuttavia necessario compararla con quella fornita dalla moglie della vittima.
Dal racconto della moglie emergeva una storia triste di maltrattamenti continui da parte del marito, avvezzo ad ubriacarsi tutte le sere tanto da divenire violento ed irragionevole. Da lì la scelta, condivisa con la figlia di 16 anni, di andare a vivere presso altri connazionali, in un’altra azienda agricola degli stessi italiani presso i quali lavora lei ed il marito.
Tuttavia la donna e la figlia confermavano la vicenda delle violente percosse che i due italiani e i due romeni avevano inferto al marito che poco prima delle ore 24 del 21 ottobre scorso, si era recato, più ubriaco che mai dove esse dimoravano ed aveva tentato di riportarle a casa.
A causa delle percosse ricevute C.T.V. riportava fratture del seno mascellare, delle ossa del naso e dell’osso mandibolare, contusione polmonare, escoriazioni ed ecchimosi diffuse, con prognosi di 20 giorni.Le indagini della Polizia oltre a ricostruire questi fatti hanno consentito di individuare compiutamente i due fratelli italiani ed i due fratelli rumeni, uno 33enne ed un altro 22enne.
Tutti sono stati denunciati all’autorità giudiziaria in stato di libertà perché ritenuti responsabili dei reati di lesioni personali aggravate in concorso.
La vicenda dei maltrattamenti subiti dalla donna è attentamente seguita e sarà oggetto di altro filone d’indagine.
Così come sono in corso d’accertamento le posizioni lavorative dei soggetti e sotto verifica eventuali situazioni di “lavoro nero”.