A Pedalino vince la famiglia Iacono, per ora. Murati in casa, evitano lo sfratto

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Paolo e Pina Iacono, i “murati vivi” – legati ad una bombola di gpl – hanno vinto. Per ora.
La loro eclatante iniziativa (che ha avuto vasta eco anche sui media nazionali) non è stata vana: potranno restare in quella casa – che avevano perso all’asta – di fatto, ricomprandola.

Questo è l’esito della concitata mattinata a Pedalino, in via Arno 42.
La trattativa fra l’ufficiale giudiziario (entrato in casa dalla finestra), l’acquirente dell’immobile e i coniugi Iacono è finita con questo risultato: la nuova proprietaria ha dato la disponibilità a un incontro in settimana con i legali delle rispettive parti per trovare un compromesso e probabilmente verrà data la possibilità ai coniugi di ricomprare la casa allo stesso prezzo per cui era stata venduta.

“Un ottimo risultato per noi”, può commentare Marcello Guastella del Movimento. “Finalmente qualcosa comincia ad andare per il verso giusto”.
Ieri sera, i due coniugi si erano fatti murare dentro la loro abitazione e legati alle bombole del gas, per impedire lo sfratto per opera dell’ufficiale giudiziario. Mentre, il “popolo” dei Forconi, insieme al Movimento degli Agricoltori, fuori, costituivano un altro muro umano.

L’esecuzione di sfratto nei confronti della famiglia Iacono era stata decisa, visto che le banche avanzano diritti sull’abitazione a seguito della grave crisi in cui è precipitata l’azienda agricola di proprietà della famiglia.
Non avendo potuto onorare gli impegni la casa è stata svenduta per un importo di circa trenta mila euro (circa un quinto del valore effettivo). Ma c’è ancora l’azienda agricola della famiglia che potrebbe subire l’ennesima sorte e con i ribassi già effettuati potrebbe essere messa in vendita per 8.600 euro.

Giovedì 30 ottobre, i Forconi hanno deciso di aiutare i proprietari a “sigillare” la porta di casa con un muro di blocchetti, organizzando poi in presidio davanti all’abitazione.
“Continua”, dichiara Marcello Guastella in rappresentanza del movimento: “incessante e senza sosta l’opera di dissuasione nei confronti degli speculatori che ci vede impegnati da tempo nell’obiettivo più alto della modifica alla legge sulle esecuzioni immobiliari.
Ci sentiamo un po’ più incoraggiati da quando, qualche giorno fa, l’Ars ha approvato io ddl sulla impignorabilità della prima casa e dei beni strumentali: evidentemente anche l’Assemblea riconosce che quanto sta accadendo in Sicilia ed in tutta Italia è qualcosa di inaccettabile. Ora, come abbiamo già avuto modo di dire, tocca a Renzi e al Parlamento nazionale”.

Grandi o piccole che siano, oggi sono troppe le imprese del Made in Italy che si trovano in grande difficoltà, prossime a pignoramenti o a procedure esecutive: “Si può anche scegliere di rispondere con sufficienza o far finta di nulla facendo spallucce come ad oggi sembrerebbe voler fare questo Governo: scelgano la loro linea, scelgano da quale parte stare ma almeno lo facciano ufficialmente”.

La casa non si tocca e si murano dentro. Il video:

Sulla drammatica vicenda è intervenuto anche il vicepresidente nazionale di Avviso Pubblico, Piero Gurrieri, estensore della legge sull’impignorabilità della casa e dei beni strumentali all’impresa approvata alcuni giorni fa dall’Ars. Guerrieri ha voluto esprimere “vicinanza” alla famiglia Iacono, e, al contempo, lanciare un ulteriore appello: “Con il suo voto unanime, l’Ars ha chiesto al Parlamento di mettere subito mano ad una riforma di un sistema dominato dall’opacità. Come amministratori, riteniamo non più tollerabile che a decine di migliaia di piccoli imprenditori, che in tutta Italia hanno sempre assolto responsabilmente i propri impegni nei confronti del sistema bancario, e che ad un certo punto non siano più riusciti a farlo a causa di una crisi da essi subita ma non certo da essi creata, siano sottratte per pochi spiccioli le case, le campagne, le officine, e con esse la propria stessa dignità, una parte della propria storia e della propria vita. Tutto questo nulla ha a che fare con i principi della nostra Costituzione. Il Parlamento ha il dovere di intervenire: ogni giorno di ritardo consegna decine di famiglie e imprese alla marginalità e all’esclusione sociale, a condizioni inumane rispetto alle quali i sindaci, lasciati allo sbaraglio, possono solo constatare la propria impotenza”.