Una ricerca messa on line due anni fa, che diventa però un “caso” a livello nazionale solo quando L’Espresso ci ha fatto un reportage.
Alessandra Sciurba ha parlato di situazione “buffa” quella venutasi a creare, che tuttavia serve ad accendere i riflettori su un tema assai delicato, quale quello dello sfruttamento, anche sessuale, nelle campagne.
La ricercatrice dell’Università di Palermo ha preso parte, giovedì mattina in Prefettura, alla riunione del Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza indetta dal prefetto di Ragusa, Annunziato Vardè.
Un incontro affollato: c’erano i responsabili delle Forze dell’Ordine, delle amministrazioni comunali della fascia trasformata. Una nutrita presenza anche del terzo settore, dalla Caritas alle cooperative che si occupano d’immigrazione come Proxima e l’Altro diritto di Palermo. E poi i sindacati, il commissario della provincia, Carmela Floreno, i rappresentanti dell’Asp e dell’Ispettorato del lavoro.
“È importante un confronto di questo tipo”, ha sottolineato Alessandra Sciurba, “perché l’operato delle Forze dell’Ordine ha bisogno dell’apporto anche del terzo settore. Si tratta di questioni assai delicate e occorre operare con intelligenza e competenza”. La stessa ricercatrice ha poi ribadito: “Quando ho fatto la ricerca, è stato assai semplice venire a conoscenza di queste storie di sfruttamento. Perchè erano storie assolutamente di dominio pubblico. Per due anni la ricerca è rimasta on line senza che succedesse nulla, adesso si è acceso il riflettore”.
La parola d’ordine, però, condivisa un po’ da tutti, è stata quella di non generalizzare. Il problema c’è, hanno concordato tutti, ma occorre evitare di criminalizzare tutto il settore agricolo. E in questo senso alcune critiche all’approccio dell’inchiesta giornalistica dell’Espresso non sono mancate. Ha cercato di minimizzare il sindaco di Acate, Franco Raffo, che ha parlato di possibili “peccati veniali”, riferendosi al fatto che si tratta solo di qualche episodio. “Mi rifiuto” ha detto “di generalizzare”.
Che la situazione nelle campagne iblee sia al limite del sostenibile se non ben oltre, lo confermano però sia le associazioni che lavorano nel terzo settore sia la Cgil.
Giuseppe Scifo, sindacalista, ha chiarito: “No alle generalizzazioni, ma è diffusa la situazione di lavoratori sottopagati e che vivono in situazioni di degrado“.
Non va meglio la situazione sanitaria, con l’emergere di patologie legate proprio al lavoro nelle serre: problemi respiratori a quanto pare legati alle precarie condizioni di lavoro e di sicurezza. Questo uno dei temi ribaditi da Domenico Leggio, direttore della Caritas diocesana. Ha parlato di situazione gravissima: lavoratori che rischiano di perdere i piedi perchè gli si è rovesciato addosso del diserbante.
Il Prefetto ha chiesto all’Asp di fornire di dati relativi agli aborti, in modo da potere avere un quadro della situazione relativamente alle segnalazioni sulle violenze sessuali.
Il procuratore della Repubblica, Carmelo Petralia, ha invece spiegato che gli inquirenti sono sempre pronti a fare la loro parte, ma resta il nodo della collaborazione. Senza persone disposte poi a testimoniare, infatti, si rischia di mettere su procedimenti che lasciano il tempo che trovano.
Il Prefetto ha infine comunicato che sarà convocata una nuova riunione per avviare percorsi di collaborazione tra tutte le Istituzioni per intervenire sui temi abitativi, della lotta allo sfruttamento e della tutela dei lavoratori sotto tutti gli aspetti.