Sabato 25, di sera verso mezzanotte, un uomo esce da casa di amici – dove era stato a cena con moglie e figlia – per tornare presso la sua abitazione. Percorrendo la strada, una via del centro abbastanza trafficata, all’incrocio con via Como è costretto a fermarsi.
La strada è interamente occupata da due autovetture ferme, una con due maschi a bordo, l’altra con una donna al volante. Gli occupanti sono intenti a parlarsi attraverso i finestrini. Incuranti di chi sta dietro ad attendere di passare.
Ecco come è proseguita la vicenda, nel comunicato del Commissariato di Vittoria:
Rimane in paziente attesa per alcuni minuti, poi accenna un colpo di clacson. Il conducente maschio dell’auto che occupa la carreggiata apre lo sportello e sempre seduto in macchina gli grida “mo frà ta calmari, nun u viri ca staiu parrannu ca mo zita?”
Il padre di famiglia gli risponde che vuole solo passare, che continui a parlare quanto vuole, ma che liberi la strada.
La ragazza alla guida dell’altra auto che ostruisce il passaggio capisce la situazione, libera la strada e si sposta per far passare l’auto.
Il padre di famiglia riprende la marcia ma subito sente uno stridere di gomme e da dietro gli lampeggia insistentemente un’auto. Si mette da parte per lasciare passare e si accorge che a superarlo è l’energumeno di prima che gli si pone davanti sbarrandogli la strada con l’auto messa di traverso.
Da quell’auto scendono in due. Il conducente è minaccioso e l’apostrofa con frasi pesanti, offensive “scinni ca ti sparu n’ta vucca”. Il padre di famiglia scende dall’auto anche lui e riceve due violenti pugni in pieno volto.
La bimba intanto è scesa anche lei e vedendo il padre aggredito grida terrorizzata. L’amico dell’aggressore vedendo la bimba gridare si interpone e cerca di farlo calmare. Ma l’aggressore cerca ancora di attaccare e sfiora ancora una volta il viso del 40enne con un pugno. Interviene anche la mamma della bimba che chiede di smetterla, ed è insultata dal ragazzo che viene allontanato a forza dall’amico ma che continua a minacciare: “tu finisti i campari pirchì viegnu finu a casa e ti sparu n’ta vucca”.
Poi riprende l’auto e va via. La vittima il giorno dopo si reca presso il Commissariato di Polizia e sporge denuncia, raccontando i dettagli del fatto e descrivendo l’aggressore.
Gli Agenti sulla scorta della descrizione elaborano un album fotografico con le effigi delle persone che corrispondono alla descrizione e che, pregiudicate, si ritiene siano in grado di commettere azioni simili.
Si centra il bersaglio. Il vile aggressore è riconosciuto. Si chiama L.M.I. è vittoriese ed ha 24 anni, precedenti penali per rapina, rissa, guida senza patente, destinatario di misure di prevenzione dell’avviso orale del Questore e divieto di ritorno nel comune di Modica, luogo nel quale aveva partecipato nel 2012 ad una rissa.
È stato denunciato all’Autorità Giudiziaria del capoluogo per lesioni personali (ha cagionato ferite al volto alla vittima guaribili in due giorni) minacce gravi e violenza privata.