A Vittoria: “Leonardo da Vinci come non l’avete mai visto”. Parola di esperto

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Forte del successo già riscosso e del prestigioso riconoscimento da parte della Biblioteca Leonardiana – Centro di ricerca e documentazione per gli studi leonardiani di Vinci, che ha inventariato e catalogato il suo saggio, Giuseppe Petix arriva anche a Vittoria per presentare la sua ultima opera: Dentro lo sguardo – Il codice.

E il codice in questione è quello del maestro toscano Leonardo da Vinci che Petix, originario di Serradifalco (CL), scopre quando era solo un bambino.
Una passione che, negli anni, approfondisce e coltiva con lo studio, finp a formulare una innovativa teoria sull’arte pittorica di Leonardo. Teoria sempre più in auge, negli ambienti dedicati allo studio del genio del Rinascimento.

Dopo una esaltante cavalcata, che lo ha portato a presentare il suo saggio al Festival del Cinema di Venezia, alla Fiera internazionale del Libro di Francoforte, alla Fiera dell’Editoria di Roma “Più Libri più Lib(e)ri”, alla “London Book Fair”, al Salone Internazionale del Libro di Torino e al “Books Expo America” di New York, l’autore e artista siciliano sarà prima a Sesto San Giovanni e poi a Vittoria.

La tesi alla quale Petix, al termine di un attento studio, è giunto, e che illustra, per l’appunto, nel suo saggio, si basa sull’esistenza di una correlazione tra due opere (L’ultima cena e il disegno di Sant’Anna Trinitaria) che dimostra la volontà del Maestro di utilizzare la pittura come strumento di una comunicazione ermetica che svela i suoi segreti solo agli osservatori più attenti.
In attesa di avere informazioni più precise sulla sua presenza a Vittoria, Ragusah24.it lo ha intervistato.

Che cosa lega esattamente Sant’Anna Trinitaria e il Cenacolo?
Le due opere, sebbene estremamente diverse, risultano curiosamente legate attraverso la pittura scientifica di Leonardo. Il metodo da lui utilizzato, fondato su basi ottiche, oggi è semplice da decifrare, grazie all’utilizzo di programmi grafici, ma in pieno Rinascimento era visto come un vero enigma da risolvere, attraverso gli indizi pittorici lasciati tra le pennellate e giocati sulle immagini principali e secondarie che si fondono. Tutto è partito dallo studio del disegno in cui Leonardo ritrae Sant’anna con la Madonna e Gesù Bambino, disegno che nasconde un’altra immagine, visibile solo in un punto, e che rivela l’immagine del Cristo del Cenacolo.

Lei è un artista davvero poliedrico: scrittore, poeta, studioso, pittore. Come riesce a coniugare tante forme d’arte tutte insieme?
Se è per questo sono anche ceramista, musicista e scultore! Il nesso consiste nell’amore per la comunicazione artistica in ogni sua forma. L’arte è universale ma all’interno di essa ognuno può trovare il suo particolare. Ad esempio, nell’osservare un’opera ciascuno di noi riceve e interpreta una determinata emozione e un determinato messaggio, anche in base alla conoscenza soggettiva dell’artista che l’ha creata e con il quale instaura un rapporto empatico unico.

Lei è, naturalmente, anche appassionato di astronomia, come Leonardo che è stato un grande studioso della volta celeste…
Da Vinci ha fatto fare passi avanti notevoli all’umanità, in tutti i campi. Riusciva a trasferire anche agli oggetti inanimati concetti importanti, come nel caso delle favole scritte di suo pugno e che mi appassionavano da bambino. Attraverso i suoi personaggi di fantasia, riesce a far vedere il mondo e la vita in un’ottica diversa.

A distanza di secoli dalla sua morte (e dopo innumerevoli studi), che cosa ancora ci sfugge di Leonardo?
La sua anima, ma questo è un concetto che non si può nemmeno sfiorare se non vivendo una persona. Forse, si può arrivare ad intuirla, solo avvicinandosi a lui e alla sua genialità con grande umiltà, e con la certezza che con lui e per lui tutto era possibile.